Antony and the Johnsons + The Milan Symphony Orchestra (conducted by Jim Holmes) - Live @ Teatro degli Arcimboldi (MI)
'Mysteries of love', i misteri dell'amore di Angelo Badalamenti e David Lynch mi introducono verso il buio. I lumini sui leggii dell'orchestra sinfonica di Milano sono l'unica fonte di luce in tutto il teatro. Antony è solo un'ombra, un'ingombrante sagoma scura, nuda, cruda e privata da ogni forma di materialità corporea stagliata al centro del palco. Tutto il resto è superfluo. La sua voce è canto ed incanto. Non avrà mai un occhio di bue puntato addosso e in tutto lo spettacolo, dopo la buia essenzialità iniziale, rimarrà sospeso fra luce ed ombra. Vedere senza guardare, perchè il confine fra realtà e fantasia, fra dannazione e redenzione, fra luce ed ombra, per l'appunto, rimanga sempre flebile e labile. Esattamente come succede in gran parte delle sue canzoni, specialmente quelle scelte per essere arrangiate da un'orchestra sinfonica che quindi rappresentano l'ossatura della setlist proposta agli Arcimboldi. Un susseguirsi di inni all'abbattimento delle barriere, di tutte le barriere e alla dissoluzione dei confini, di tutti i confini: 'Cripple and the starfish', 'Everything is new', 'For today I am a boy', 'Dust & Water' (finalmente nella sua versione compiuta), 'I fell in love with a dead boy', l'ormai immancabile 'Crazy in love' di Beyoncè; alternati ad inediti che usciranno nell'EP 'Another world' il prossimo mese e nel nuovo album 'The crying light' a gennaio 2009. Il Teatro degli Arcimboldi, stipato fino all'inverosimile, naturalmente segue in religioso silenzio come sempre accade nei concerti di Antony (vieppiù con un'intera orchestra sinfonica alle sue spalle), per poi esplodere fragorosamente fra un'interpretazione e la successiva. Ad un certo punto arrivano 'Everglade' (uno dei pezzi nuovi e a mio modesto parere anche uno dei pezzi migliori che abbia mai scritto) e la mia 'Rapture' (il primo pezzo di Antony che abbia mai ascoltato: lo cantava in carcere nel film di Steve Buscemi 'Animal factory' per la cronaca) ed è la sublimazione del già sublime, oltre al preciso istante in cui perdo la cognizione dello spazio-tempo. Non saprei quindi dire se Antony e l'orchestra sinfonica di Milano abbiano poi proseguito per mezz'ora, un'ora o tutta la notte, però torno in me con i dieci minuti di applasusi, grida e strepitii vari per un nuovo bis, dopo la già meravigliosa 'River of sorrow'. Secondo bis che però non verrà concesso: Antony tornerà in scena con la sua tunica lillà da antica dea romana solo per ringraziare commosso uno dei pubblici più caldi ed appassionati che io ricordi a memoria di decine e decine di concerti cui ho assistito. Dunque non mi non rimane altro se non tornare alla realtà, una realtà in cui la bellezza ha bisogno della luce per essere vista. Una realtà, in definitiva, dove il canto quasi mai è incanto.
SETLIST:
Mysteries of Love, Christina's farm, Cripple and the starfish, For today I am a boy, I fell in love with a dead boy, Kiss my name, Everglade, Rapture, Ghost, Crazy in love, Dust and water, Everything is new, Her eyes are underneath the ground, River Of Sorrow.