Questo è il naturale complemento alla compilation di cover di qualche giorno fa ed idea e titolo mi sono stati suggeriti proprio da Anto commentando il post in questione. Ci sono canzoni che amo che sono state coverizzate, ma ce ne sono ancor di più che sono rimaste nella loro versione originale. Queste evidentemente le amo più di altre. Premetto che mi sono limitato all'ultimo decennio (con solo un paio di eccezioni) altrimenti la scelta sarebbe stata lunga e fin troppo laboriosa. Insomma quel che ne è uscita è la raccolta dei modern classics, miei e di questo blog. Allora, buon ascolto!
DISCO 1:
1. This Lullaby - QUEENS OF THE STONE AGE
Pezzo d'apertura di 'Lullabies To Paralize', cupo più che malinconico. Come una ninna nanna cantata da un serial killer e la voce di Mark Lanegan qui si presta perfettamente in questo senso.
2. It's All A Lie - KEREN ANN
Questa è già una ninna nanna più convenzionale, sebbene la voce eroticamente stralunare (più che stralunata) della Ann fa rizzare i peli (e non solo quelli). Il rischio è poi quello di fare strani sogni. E giuro che non è tutto una bugia!
3. Chemtrails - BECK
Beck è così camaleontico che neanche lui a volte riesce a riconoscersi. Qui però si trasforma in Thom Yorke e il risultato è eccelso. Se n'è accorta anche la Daria Bignardi, quindi ho detto tutto!
4. Make It Good (Radio Edit) - FINK
Se proprio devi cimentarti nel vivere allora fallo bene! E dunque quando il buon Fin Greenhal si cimenta in queste atmosfere notturne metropolitane effettivamente gli riesce più che bene. Gran pezzo.
5. Medley (Free At Last/Alienated Soul/Rapture) - ANTONY & THE JOHNSONS
Antony non poteva essere qui rappresentato con un solo pezzo, per cui ho scelto un medley (fatto dal sottoscritto) che abbraccia le diverse anime nell'approccio musicale del suo genio sempre meno incompreso.
6. Von (Electric Version) - SIGUR ROS
Consueta cavalcata fra i deserti artici per quella che è la band che probabilmente ha più caratterizzato musicalmente il nuovo millennio. L'incontro fra la grande orchestra sinfonica e la strumentazione rock in perfetto equilibrio, altro che l'ampollosita kitsch dei nuovi Muse!
7. Palo Santo - SHEARWATER
Bursera Graveolens. E' questo il nome scientifico del palo santo e Meiburg, ormai affrancatosi dagli Okkervill River, pennella quest'acquarello delicato a tinte impressioniste proprio sotto l'ombra di quegli alberi, località Galapagos, ma con Nico nel cuore.
8. Make It Rain! - TOM WAITS
Fra la trentennale discografia del cantautore califoniano scelgo questo blues fumoso e polveroso, sorretto solo dalla chitarra di Marc Ribot. Perchè? Beh, perchè qui giocando con le parole (to be able/to be Abel) in una riga Waits si descrive meglio di 100 biografie: I'm not able, I'm just Cain. Giù il cappello!
9. Accidental Babies - DAMIEN RICE
Ci sono migliaia di pezzi sulla fine di un amore. La penna di Rice però è tagliente almeno quanto triste. "Riesce a farti venire contemporaneamente a lui come facevo io?", è la domanda. Preparate i Kleenex. Is he dark enough to see your light?
10. Long Nights - EDDIE VEDDER
Le notti sono lunghe e fredde quassù in Alaska, non c'è più neanche cibo e tutte le coperte si sono ghiacciate dentro a questo furgoncino bianco e verde. La libertà uccide. E quasi dimenticavo: Eddie grazie di esistere!
11. Language - SCOTT MATTHEW
Altra colonna sonora rimarchevole (in questo caso quella di Shortbus) con uno Scott Matthew d'annata. Lui ci prova in tutte le lingue a spiegarti che le tentazioni suicide non sono la soluzione. Il fatto è che se io fossi un maniaco depressivo non andrei da esattamente da lui. Per ascoltare una gran bella canzone, invece indubbiamente si.
12. Almost Blue - ELVIS COSTELLO
Beh se il blog si chiama in questo modo un motivo ci dovrà pur essere, no? E non provate a dirmi che questo pezzo è una cover di Chet Baker, perchè non è così. Lo scrisse (e poi lo reinterpretò) Costello in pieno delirio post punk. Brividi!
13. The Black Crow - SONGS:OHIA
Era il tempo in cui, esattamente come il principe Billy e ben prima di essere accecato anche lui dalla luce abbagliante di Nashville Tennessee, il buon Jason Molina vedeva oscurità ovunque. In un crescendo di voce e chitarra elettrica l'ultimo volo in un cielo nero denso di un corvo morente. Da paura!
14. Heartbeats - JOSE GONZALEZ
Tecnicamente questa sarebbe una cover. Il fatto però è che la versione del cantautore svedese (beh non fatevi ingannare dal nome ispanico) è molto più bella e nota dell'originale dei The Knife. Praticamente inserita in qualche puntata di ogni show che si rispetti: dal dottor House a Lost. Un vero e proprio modern classic.
15. Last Song - MARIANNE FAITHFULL
La musica è di Damon Albarn (che poi la inserì anche nell'album a nome The Good, The Bad & The Queen come 'Green Fields'), ma il testo è 100% Faithfull. It's not a love song it's the last song for you. Mister Jagger le fischiano per caso le orecchie?
DISCO 2:
1. Long Road - PEARL JAM & NEIL YOUNG
I Pearl Jam con Neil Young ai cori e all'organo hammond. Devo aggiungere altro? Beh questo è anche un inno per tutti coloro che sono persi da qualche parte nel mondo. La via di casa appare lunga ed impervia, eppure sembra già dolce una volta imboccata. Grandissimi.
2. To Build A Home - CINEMATIC ORCHESTRA ft. PATRICK WATSON
Un altro modern classic. La voce sofferente del cantautore canadese si presta perfettamente a declamare 'la costruzione di un amore' sopra la melodia di pianoforte ed archi del collettivo cinematico. Pezzo che non sfigurerebbe affatto nella discografia Antoniana.
3. Coast To Coast - ELLIOTT SMITH
Canzone che apre l'album postumo del cantautore di Omaha. Melodie meccartniane e psichedelie wilsoniane, se l'alcool, la droga e due coltellate sull'addome non ce lo avessero portato via così prematuramente i Grizzly Bear oggi non sarebbero nessuno al suo cospetto. Questo pezzo ne è la dimostrazione.
4. Exit Music (For A Film) - RADIOHEAD
Un pezzo a caso da 'OK Computer'. Beh, forse non proprio a caso, ma l'espressione di quel che erano stati fino a quel momento i Radiohead unita ad uno squarcio sonoro di quel che sarebbero poi diventati. Dio benedica Thom Yorke!
5. A Lover Loves - SCOTT WALKER
Da uno che con studiata precisione fa un nuovo disco ogni 11 anni, ci si deve aspettare la maturazione come fosse uno scotch doppio malto. Certo non c'è più molto del ragazzino che negli anni '60 creò la prima vera e propria boy band della storia. Qui con voce baritonale Walker tratteggia una love ballad funerea e surreale da essere tramandata ai posteri.
6. Resurrection Song - MARK LANEGAN
Tratta da quel 'Field Songs' che a tutt'oggi rimane capolavoro ineguagliato un pezzo doloroso e dolente ai limiti del salmo biblico. E se Lanegan prende in mano la bibbia non c'è da stare allegri: fulmini e saette sull'altare, vetri in frantumi e crocifissi che cadono nel sagrato. Resurrezione? Ma suvvia, se non c'è nemmeno la redenzione!
7. Places - THE BLACK HEART PROCESSION
Non fatevi ingannare dalle prime note che omaggiano volutamente il giorno perfetto loureediano. Questa è una classica ballad alla Black Heart Procession. Melodia pop a far da contraltare alle tenebre da cui la voce di Pall Jenkins sembra catapultarsi fuori per accompagnarci nel nostro viaggio in questi posti stranieri e bui. Stranieri e bui come a volte può essere il nostro cuore.
8. Rock Bottom Riser - SMOG
Una delle ultime sedute di auto-analisi che Bill Callahan firma come Smog, prima di assumere il proprio nome di battesimo. Lucido e spietato, si paragona ad un sasso che la corrente di un fiume spinge prima di toccare il fondo. Callahan è sempre in grado di creare un'intero universo all'interno di cinque miseri minuti di canzone.
9. Sparks Of Love - CYANN & BEN
Loro sono in quattro anche se si fanno chiamare come un duo. Vengono dalla Francia e suonano un post-rock soffice ed onirico. 'Sparks Of Love', di cui mi innamorai al primo ascolto, è una suite a due voci solenne ed epica che si rincorre fino ad avvitarsi su se stessa. Una torch suite insomma (ed anche oggi ho fatto il mio neologismo quitidiano).
10. The Good And The Bad Guy - MY BRIGHTEST DIAMOND
Shara Warden in tutta la sua prorompente intensità vocale. Una ballad tanto sontuosa quanto amletica col suo t'amo o non t'amo di fronte alla schizofrenia relazionale. Tanto per ricordarci che tutti si può essere insieme bravi ragazzi e cattivi ragazzi, sebbene mi chiedo come si possa essere cattivi di fronte al talento di Shara. No, non si può!
11. Far From The Sun - FARIS NOURALLAH
Certo che dovrebbe essere davvero difficile nell'America post 11 Settembre la vita con un cognome che finisce con 'Allah'. Se poi il tipo in oggetto fosse anche un cantautore non dovrebbe meravigliarsi affatto se i suoi dischi rimangono confinati nel piccolo circuito dell'indie. Però sono veri e propri scrigni ricolmi di piccoli gioiellini come questo. Provare per credere!
12. Everything I Say - VIC CHESNUTT
Un poeta alcolizzato e tetraplegico incontra i destrutturatori del rock per antonomasia. No, non è l'inizio di una barzelletta, è 'North Star Deserter' uno dei pochi capolavori degli ultimi anni. Bisogna acoltarlo, dice Chesnutt. Ascoltarne i silenzi sommessi e le esplosioni deflagranti. Ascoltatemi in tutto ciò che dico. Everything that I say.
13. Grace - JEFF BUCKLEY
Vabbè, questa m'è proprio scappata. E' che dopo di lui la musica ha davvero perso un pò della sua grazia. E il CD nel frattempo mi si è letteralmente consumato. Sta perdendo la sua cromatura ed in alcuni tratti è finache trasparente. Allora, di grazia, ascoltate ancora una volta quello che di Jeff è stato sia manifesto che testamento. Grazie.
14. Road To Joy - BRIGHT EYES
Conor Oberst prende l'inno alla gioia del Ludwig Van e lo plasma nell'inno perfetto della generazione-X (cioè intendo quella della X-Box 360). 'Ho la mia droga e le mie ragazze, così mi sento meno solo. I miei sono molto religiosi, ma dormono in camere separate. Ho letto sul giornale che c'è una guerra, beh la cosa migliore da fare è quella di capire chi vince e schierarsi da quella parte'. Secondo me non si sono nemmeno accorti che Conor li sta prendendo per il culo!
15. Suprema (Versione 'Splendore Terrore') - MOLTHENI
Splendido amore, splendido perchè mi condanni a rimanere in vita, là dove vita non c'è. Lascia le tracce in terra le riconoscerò, nel candore di un tuo sguardo e in un sonno perpetuo mi addormentero'. Lacrime d'oro e d'argento scorreranno e da cui nascerà un nuovo mondo, gentile e imperfetto, ma immune da tutto. Semplicemente la più bella canzone d'amore italiana mai scritta. Nuff said!