mercoledì 8 ottobre 2008

Moltheni - I Segreti Del Corallo

1.Vita rubina
2.Gli Anni del malto
3.Che il destino possa riunire ciò che il mare ha diviso
4. L’amore acquatico
5.In porpora
6.Oh, morte
7. Corallo
8.Ragazzo solo, ragazza sola
9.Verano
10. L’Attimo celeste (Prima dell’Apocalisse)
11.Suprema

Così come non recensisco i dischi di Antony & The Johnsons, non posso farlo nemmeno con quelli di Umberto Giardini: sono troppo di parte e dunque decisamente inattendibile. Detto questo 'Vita rubina' è già un classico, le nuove versioni di 'In porpora' e 'Suprema' grandiose e 'Verano' m'ha già fatto scappare più di una lacrimuccia. Però lascio ad altri più attendibili del sottoscritto in materia moltheniana, le parole per una recensione organica:

http://www.asapfanzine.it

Moltheni - I segreti del corallo *****
Roberto Conti
Moltheni riesce ancora una volta a stupire tutti quanti con il suo quinto album I segreti del corallo che ha prima di tutto il merito di rincuorarci sul presente e sul futuro della discografia italiana. Lontano da etichette di genere, Umberto Giardini è in grado di rinnovarsi continuamente, mantenendo come capi saldi un gruppo di musicisti collaudato e una scrittura metaforica e surreale vero e proprio marchio di fabbrica, sceglie per questo ultimo lavoro una dimensione folk che si evolve attraverso un percorso simile ad un album di fotografie che raccontano episodi di vita, descrivono alla perfezione attimi e sentimenti. La prima parte del disco è più suonata e contiene brani che piaceranno sicuramente a chi apprezzò Toilette memoria e in parte anche Natura in replay. Vita rubina, la prima traccia, è di certo uno degli episodi più densi di suggestione: le passioni, le colpe, i delitti, restano fissati per sempre, incollati dalle parole e dal ritmo di un pezzo inquieto e commovente (e quando dico commovente vuol dire che ascoltandolo mi è scesa una lacrimuccia). Ci sono anche canzoni ariosissime, come Gli anni del malto o L’amore acquatico che ci donano un Moltheni sereno nel raccontare i sentimenti e la natura (perpetue armonie che mi trascinano e mi comprendono). Nella prima parte c’è anche il consueto brano strumentale Che il destino possa riunire ciò che il marea separato e poi In porpora, canzone ripescata da Splendore terrore in una nuova veste arricchita di strumenti, così come Suprema, ultimo ‘segreto del corallo’ ad essere svelato. La seconda parte del disco sceglie invece sonorità acustiche più minimali, nude, sullo stile del recente ep registrato in Svezia Io non sono come te. E così sono i testi a diventare assoluti protagonisti: “Vittime di noi, cavie prima o poi, porci pensieri in me riemergono… ultima fermata le tue labbra”. Le canzoni de I segreti del corallo vanno sorseggiate piano, altrimenti si rischia di perdere gran parte della fantasia e della poesia con le quali sono state scritte.


http://www.blackoutfirenze.it

Moltheni - I segreti del corallo
Esce dopo circa due anni d'attesa il nuovo album di Moltheni dal titolo "I Segreti Del Corallo". Concepito seguendo le direttive tecniche della produzione affidata all'esperienza di Giacomo Fiorenza, e realizzato secondo criteri usati 40 anni fa, questo nuovo lavoro di Moltheni appare più che mai, come il più maturo e simbolico che il cantautore marchigiano ci aveva regalato fino ad ora, e quindi estremamente rappresentativo di quel nuovo movimento folk di cui Moltheni appare oggi, il maggior rappresentante nella scena alternativa Italiana.Come una sorta di rituale pagano, nei "I Segreti Del Corallo", Moltheni sembra essersi spinto su territori visionari ed oscuri decisamente nuovi dove dolcezza e psichedelia viaggiano a braccetto, su tappeti e intrecci di chitarre assolutamente ipnotici, e dove la forma poetica delle liriche giunge come un fiume al mare, in una pace dei sensi, di rara bellezza.Un album di grande e delicata poesia, con brani capaci di delineare un nuovo ciclo per la musica d'autore italiana.


http://www.theshipmagazine.com

MOLTHENI – I Segreti del Corallo
Label: La tempesta dischi / Venus
Anno: 2008
A soli due anni dalla pubblicazione dell'ultimo EP, Io non sono come te, estratto dell'antecedente album Toilette memoria del 2006, torna uno dei cantautori più famosi della fascia alternativa musicale italiana, Moltheni, con il suo ultimo album I segreti del corallo (uscita prevista per il 10 Ottobre), caratterizzato da parti molto intime ma comunque nel pieno stile del cantautore marchigiano. Il disco si potrebbe scindere in due parti in quanto si nota una demarcazione tra le prime canzoni molto più suonate e complesse, a livello di musicalità, e le ultime che ritraggono la parte acustica del disco. L'album viene aperto da Vita Rubina, pezzo autobiografico con un sound semplicemente attraente, incantatore, a dir poco stupendo con un testo che va al di là della semplice rima fatta. C'è da dire anche che i testi poetici di Moltheni si sono sempre collocati in una posizione esterna a schemi o tabelle del cantautorato Italiano, pochi altri artisti riescono ad aver una penna così sottile in grado di esprimere questi concetti. Proseguo con l'ascolto del disco ed incontro Gli anni del Malto, canzone molto ritmata rispetto alla prima dove gli accordi puliti della chitarra si sposano con la voce del cantautore, senza indugi e senza traviare la mia attenzione sul contesto del testo. Moltheni trova anche il tempo per inserire nel disco una traccia unicamente strumentale tra tastiere, chitarre e ritmi di batteria, nel quale si inciampa quasi ipnotizzati dalla forza delle note, successivamente rimane impossibile non citare la bellissima In porpora molto romantica e davvero unica nel suo splendore; sicuramente assieme alla già sopracitata Vita Rubina le più belle canzoni dell'album. Uno stile, quello di Moltheni, unico ed inequivocabile costruito attorno ai suoi 5 dischi all'attivo, I segreti del corallo è un album in bilico tra l'alternativo, l'indie ed il folk, che si rivela fino in fondo uno dei lavori meglio riusciti del cantautore, che speriamo possa tornare alla ribalta prendendo ancora più piede in un panorama dove artisti come lui sanno farsi valere.
90/100
Di Sante Gianni


http://www.kronic.it

di Francesco Casuscelli ~ 15/09/2008
Le bellissime visioni di Moltheni

Come fare a giudicare un disco di Moltheni senza quel pizzico di positiva debolezza che si riserva ai grandi incompresi? Davvero dura. Moltheni non è un artista facile, ma a ben pensare neppure… difficile: fa canzoni con una discreta dose di pop - meno pop rispetto agli esordi, ma sempre in ambito pop siamo. Insomma, un artista accessibile ma nel contempo poco omaggiato dal successo rispetto alle sue reali potenzialità. Strano destino. Forse colpa del cantato in italiano, forse colpa di una voce che piace o non piace (non ci sono vie di mezzo), forse colpa di una proprietà di linguaggio che va oltre le solite rime e che rende il suo messaggio più ostico rispetto ad altri colleghi più ruffiani. Qui chiudiamo l’inciso iniziale – doveroso per tratteggiare un personaggio particolare nella scena underground italiana – e partiamo col parlare del nuovo album. “I segreti del corallo” è un disco in perfetta linea con le ultime produzioni di Moltheni, un disco arioso, visionario, curato. Non è un cd spietato come “Splendore Terrore”, anche se contiene pezzi estratti da quel lavoro - le bellissime “In Porpora” e “Suprema” – canzoni che anche in un nuovo contesto sanno ritagliarsi un loro spazio mantenendo intatta tutta la loro forza espressiva e tutta la loro bellezza. Prima parte che si apre ottimamente con l’autobiografica “Vita rubina” e che prosegue senza sbandare. Convincente anche il cosiddetto “lato B”, dal taglio più obliquo. Il cerchio si chiude alla perfezione con “L’attimo celeste (prima dell’apocalisse)”, un brano che ha un bell’incedere, con un testo tutt’altro che immediato e un arrangiamento ricco di sfumature. Poi è la volta di “Suprema” – qui riproposta con un “vestito” sonoro diverso, meno buia rispetto alla versione originale – e il finale è reale. In conclusione: un album di buon livello, fedele all’immaginario poetico e musicale descritto da Moltheni in questi ultimi anni. Un disco che ha qualcosa da dire e da raccontare e che non si perde in inutili virtuosismi o manierismi. Che peccato immaginarlo girare fra le solite mani, meriterebbe ben altri circuiti…

Se qualcuno desiderasse un preascolto prima di Venerdì prossimo, giorno dell'uscita: Beauty Lies In The Ear..

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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