Questa settimana è la volta del disco di uno degli artisti, tipo Antony o Scott Matthew, che modestamente mi vanto di seguire da molto prima che diventassero noti al grande pubblico (anche da prima che Bertallot cominciasse a passarlo a B-Side). Secondo me è anche uno di quelli, ancora, più sottovalutati del panorama musicale planetario..
Fink - Sort Of Revolution
Audio CD (May 25, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Ninja Tunes Records
ASIN: B0022NHJCK
GENRE: Lo-Fi, Songwriter, Soul, Folktronica.
1. Sort Of Revolution
2. Move On Me
3. Six Weeks
4. Nothing Is Ever Finished
5. See It All
6. Q & A
7. If I Had A Million
8. Pigtails
9. Maker
10. Walking In The Sun
Finnan Greenhal è un personaggio piuttosto strano musicalmente. E' chiaro che se nasci a Birghton e poi ti trasferisci a Bristol e cominci a fare musica negli anni '90 non puoi non venire quanto meno influenzato da quello che ti gira intorno, anche se hai una indole decisamente diversa da quella di Portishead, Tricky o dei Massive Attack e nonostante il fatto che sia proprio la Ninjatune Records a metterti sotto contratto. Parimenti strano è che dopo il primo album del 1999 (tipicamente Bristol sound oriented cioè di genere Dub Trip-hop) tu pubblichi due piccoli gioiellini lo-fi come Biscuits for Breakfast (2006) e Distance & Time (2007) e vieni comunque piuttosto ignorato dalla critica, anche in Italia nonostante hai aperto il concerto dei Negramaro (loro si sopravvalutati) a San siro davanti a 50.000 persone. Il buon Finnan però non pare aversela a male e con l'ultimo capitolo della trilogia in uscita a Maggio dal titolo 'Sort of Revolution' scrive un'ulteriore pagina di grande musica. Il disco è notturno, soffuso, ma diretto e tagliente come una coltellata allo stomaco. L'elettronica, rispetto ai due precedenti, diventa ancor più rarefatta e minimale e anche le linee di basso si fanno meno presenti, lasciando quasi del tutto sole le percussioni e qualche sporadica rullata di batteria alla sezione ritmica. L'impatto emotivo dei pezzi, insomma, si poggia quindi completamente sugli arpeggi di chitarra acustica e sulla vocalità di Fink. Ecco, proprio la sua vocalità, mi pare abbia qui raggiunto una sorta di eclettica maturità tale da farmela accostare alternativamente a quella di Jeff Buckley e di Nina Simone. Ora non voglio macchiarmi del reato di lesa maestà, nel senso che Fink non può ovviamente ne toccare i vertici di tonalità del primo, ne quelli di intensità della seconda, io mi riferisco però all'intenzione e alla modulazione. La capacità di saper toccare tutte le sfumature che compongono le corde dell'anima lo rende, secondo me, il Cantante soul (con la 'C' del nuovo millennio). Probabilmente a questo 'Sort of Revolution' mancano un paio di pezzi forti, da hit singles fatte le debite proporzioni, come potevano essere 'Little Blue Mailbox' e 'Troubles What You're In' su 'Distance & Time', ma l'insieme è comunque un trip lunare di suadente bellezza. Segnalerei anche come ospiti la pop-star John Legend al piano su 'Move On Me' e Son Of Dave (Crash Test Dummies) all'armonica sulla splendida 'Pigtails', oltre alla cover del superclassico 'Walking In The Sun' di Jeff Barry che chiude degnamente l'album. L'ennesimo gran disco del 2009.
VOTO: 8