venerdì 20 aprile 2007

Stelle barocche

Ultimamente sto parlando solo di musica, ma le variabili endogene ed esogene che reggono le leggi del mio universo sembrano richiederlo. Mah, prima o poi, ricomincerò a parlare anche d'altro spero (o temo?).

Rufus Wainwright - Release The Stars


Release Date: May 15, 2007
Label: Geffen Records
ASIN: B000O78LH8

01 Do I Disappoint You
02 Going to a Town
03 Tiergarten
04 Nobody's Off the Hook
05 Between My Legs
06 Rules and Regulations
07 I'm Not Ready to Love
08 Slideshow
09 Tulsa
10 Leaving for Paris
11 Sanssouci
12 Release the Stars


Strabordare barocco di archi e pomposità orchestrale di fiati. Chi si aspettava (ed io ero fra questi) una svolta pop minimalista, almeno dopo l'ascolto del primo singolo 'Going To A Town', rimarrà fortemente deluso: le inflessioni verso l'Elton John style si limitano appunto unicamente a quella ballata romantica. Tutto il resto è puro stile Rufus Wainwright ed ascoltando le 12 tracce di questo suo quinto album, come peraltro sempre è capitato da 'Poses' in poi, può anche venirti il dubbio che gli arzigogoli negli arrangiamenti e la corposità della strumentazione, non siano altro che espedienti per mascherare una scarsa sostanza a livello di composizione. Però io, su RW, sono un pò di parte e il dubbio passa in me come una nuvola fugace nel cielo notturno di Luglio mentre le 12 stelle di questo firmamento musicale vanno ad incasellarsi in un'immaginaria costellazione. Come giudicare infatti di scarsa sostanza l'incedere spietato, ma allegro andante, da vera e propria overture operistica dell'iniziale 'Do I disappont you?' o la sinfonia vagamente wagneriana su cui si dipana la delicata ninna nanna di 'Nobody's Off The Hook', oppure la dichiarazione d'amore sotto forma di folk orchestrale su cui poggia la splendida 'Slideshow', a mio parere la più bella canzone mai scritta da Rufus (a pari merito con 'Go Or Go Ahead'), o ancora il blues da piume di struzzo della conclusiva title track? No davvero, qui davvero tutto abbonda, sostanza compresa. C'è infatti chi della scarnificazione sonora o del minimalismo espressivo fa la sua ragione nel produrre musica e chi invece come Rufus, incurante delle mode musicali del momento, si diletta nell'eccesso: strutturare, anzi sovrastrutturare (e con questa citazione di Karl Marx probabilmente ho ecceduto anch'io, temo). E' il suo marchio di fabbrica, è il suo pop da operetta, molto melò e poco drammatico, che fa passare tutto in secondo piano (la produzione di Neil Tennant e Marius De Vries, come le guest stars Joan As Policewoman, Richard Thompson o il recitato dell'attrice gallese Sian Philips): la vera stella è sempre e solo lui. Un album insomma, a mio parere complessivamente il suo migliore, per tutti i fans di Rufus Wainwright. Se invece suoi fans non lo siete questo disco non fa davvero per voi.

Intanto però salutiamo i cari GDM che escono dalla mia Top Ten 2007 ed accogliamolo come di deve (cioè al Nr. 1)

giovedì 19 aprile 2007

Marianne Faithfull: Live a Senigallia 26.03.07


Era il 1964 e c'era questa ragazza bellissima che al tramonto si sedeva a guardare i ragazzini giocare e sempre seduta vedeva le sue lacrime scendere perchè nonostante i successi e le ricchezze le rimaneva dentro un vuoto tanto inspiegabile quanto profondamente incolmabile. Sono trascorsi 43 anni e quella ragazza e' rimasta bellissima anche oggi, nonostante i segni di una vita eccessiva in tutto e per tutto, e se le chiedi il perchè del titolo dello show (peraltro parafrasato dal titolo di un libro di poesie di William Blake), lei ti risponde candidamente così: "..perchè non è vero che nella vita l'esperienza uccide l'innocenza, entrambe queste cose possono coesistere..". Forse è davvero proprio la chiave per penetrare dentro al fascino ammaliante di questa donna (che in un pezzo di 'Kissing Time' del 2002, su musica di Jarvis Cocker si descrive: "..I am a muse, not a mistress not a whore.."). E' quella sua componente di innocente fanciullezza che le ha permesso di (soprav)vivere alle esperienze di questi suoi ultimi 43 anni. 43 anni i cui Mrs Faithfull ha cantato John Lennon ed ha cantato Roger Waters, è passata per Richards/Jagger come per Weill/Brecht, ha cantato le inquietudini funeree di Tom Waits e quelle redente di Nick Cave, ma soprattutto sono stati 43 anni in cui la vita le ha fatto sperimentare ogni tipo di eccessi e di dipendenze, di cadute e di ressurrezioni, che l'ha vista vagabonda senzatetto sotto i London bridges come acclamata interprete teatrale e cinematografica (10 minuti di standing ovation all'ultima mostra di Berlino per la sua interpretazione in 'Irina Palm' di Sam Garbarski) e che da ultimo l'ha vista combattere contro il cancro. E' forse per questo che la sua voce rugosamente vissuta diventa ancora più emozionante quando canta di vite spezzate, ma mai invane, come nell'autobiografica 'Vagabond Ways', o come nell'inedito di Waters 'Without Blame' (sulla solitaria ed impavida regina Isabella di Castiglia). Ma in queste canzoni d'innocenza e d'esperienza non mancano altri veri e propri inni country/blues di stampo sociale 'Spike Driver Blues'(che racconta la storia di tale John Henry che all'inizio del '900 pagò con la propria vita la sua opposizione ad una grande compagnia di trasporti negli States) oltre ad altri suoi classici (l'iniziale 'Boulevard of Broken Dreams', l'assolutoria 'Guilt', la precedentemente dimenticata 'Marathon Kiss' di Daniel Lanois, la giungla urbana di 'Times Square' descritta dal suo alter-ego Barry Reynlods e la pacifista incazzata 'Broken English') e ad un paio di perle dal suo magnifico ultimo 'Before The Poison' ('No Child Of Mine' scritta da PJ Harvey e 'Crazy Love' su musica di Nick Cave). Quando poi sul finale partono, accompagnate dalla chitarra acustica, quelle parole: "It is the evening of the day, I sit and watch the children play, I sit and watch as tears go by.." allora ti sembra quasi di rivederla quella ragazza di 43 anni fa. E' ancora più bella di com'era allora e però è sopravvissuta alla sua personale, pericolosa ricerca di quel qualcosa che le riempisse il vuoto nell'anima tanto inspiegabile quanto profondamente incolmabile. L'esperienza non ne ha cancellato l'innocenza, le ha dato solo la forza per sopravvivere alla sua vita. E non è stata cosa da poco, così quando come bis propone 'Don't Forget Me' di Harry Nilsson sembra davvero la chiusura di un cerchio. L'addio a tutte le persone care da parte di un malato di cancro cantato da qualcuno che il cancro lo sta combattendo sa ancora di forza e di speranza, piuttosto che di ineluttabile rassegnatezza. Esperienza ed innocenza. Per l'appunto.
La setlist della serata:

Boulevards Of Broken Dreams
Say Goodbye
Guilt
Without Blame
Spike Driver Blues
No child Of Mine
Marathon Kiss
All The Best
Ruler Of My Heart
Times Square
Something Better
Crazy Love
Vagabond Ways
Broken English
What D'Ya Do It
As Tears Go By
Don't Forget Me

Da ascoltare:
Crazy Love (N. Cave/M. Faithfull) - Live in Senigallia
As Tears Go By (M. Jagger/K. Richards) - Live in Senigallia

martedì 17 aprile 2007

Occhi luccicanti (e consacrati!)

Sono ancora a mezzo servizio, ma di questo disco debbo parlarvi urgentemeeeeente!!!

Bright Eyes - Cassadaga

Original Release Date: April 10, 2007
Label: Saddle Creek
ASIN: B000N60HCW

1. Clairaudients (Kill or Be Killed)
2. Four Winds
3. If The Brakeman Turns My Way
4. Hot Knives
5. Make A Plan To Love Me
6. Soul Singer In A Session Band
7. Classic Cars
8. Middleman
9. Cleanse Song
10. No One Would Riot For Less
11. Coat Check Dream Song
12. I Must Belong Somewhere
13. Lime Tree

A poco più di 27 anni e alla quattordicesima uscita discografica (compresi EPs, compilation per la Saddle Creek e live records) finalmente Conor Oberst (in arte, ma non sempre, Bright Eyes) getta la maschera. E' sempre quell'efebico e bulimico (musicalmente) ragazzaccio di talento, però è diventato anche qualcos'altro: il nuovo classico del songwriting made in USA. Si, ho detto 'classico' e non più (solo) 'cult'. Non più contaminate folk ballads in chiaroscuro, quelle cioè che l'hanno consacrato in passato nella sua urgenza comunicativa, ma composizioni classiche (eppure originalissime) degne di un Dylan, di un Cohen o di un Springsteen. Organo Hammond, quartetto d'archi, basso, batteria, pianoforte e chitarre (prevalentemente acustiche) per 13 canzoni in cui si fa fatica a non citarle tutte come bellissime. Io ho faticato molto in questo senso e pertanto non ne citerò alcuna per non offendere le altre, cito però la voce del buon Conor sempre più timbricamente 'Watersiana' (in parte 'The Wall, ma soprattutto 'The Final Cut') come la sola fonte di leggera inquietudine che viene trasmessa dai pezzi di 'Cassadaga', laddove nelle sue opere precedenti era il songwriting stesso, oltre agli arrangiamenti acidognoli, a lasciarti una sensazione di soave ed incosciente follia. Eppure qui Oberst è lucido ed ispirato come non mai e i suoi testi visionari e sociali al tempo stesso vengono messi a disposizione di curatissimi e certosini arrangiamenti (laddove prima c'era solo lo-fi) con echi di immediatezza a tratti pop. Bright Eyes s'è venduto alle logiche commerciali? Io non credo affatto, credo invece abbia lasciato certi sperimentalismi e contaminazioni (alla Beck) o certi minimalismi espressivi (alla Devendra Banhart) alla sua ricerca passata di una strada in cui sviluppare la sua coerenza espressiva. Ora quella strada sembra averla imboccata, è meno buia di quella che percorre Will Oldham (aka Bonnie Prince Billy) però è pur sempre quella che ti porta ad essere il miglior autore di canzoni attualmente sulla piazza, perchè capace di mettere in quelle canzoni tutto lo spirito di una generazione intera, come Dylan e Springsteen (ma anche Cohen, Waits, Neil Young..) prima di loro. E vi paresse poco.
Quindi mi tocca aggiornare la top 10 del 2007:


1) Snow Abides - Michael Cashmore
2) Cassadaga - Bright Eyes
3) Neon Bible - Arcade Fire
4) The Magic Position - Patrick Wolf
5) Ghost - Radical Face
6) Like, Love, Lust & the Open Halls of the Soul - Jesse Sykes & The Sweet Hereafter
7) Armchair Apocrypha - Andrew Bird
8) Drums And Guns - Low
9) The Adventures Of Ghosthorse & Stillborn - Cocorosie
10) Dividing Opinions - Giardini Di Mirò