martedì 16 giugno 2009

A blast from the past (Soulsavers)

A volte mi rendo conto che quando parlo di musica presumo troppo, nel senso di presumere che chiunque passi da queste parti abbia effettuato i miei stessi ascolti in passato. Ringrazio quindi l'amico Fandorin, che non è un elfo tolkeniano, bensì un investigatore russo dell'800, per avermi fatto ricordare di questa mia presunzione, nonchè per essere uno dei pochi italiani, insieme a me, ad aver acquistato 'Passing Stranger' di Scott Matthews! :) Dunque per i pochi (spero) che abbiano strabuzzato gli occhi (chiedendosi, fra se e se: "ma che sta a dì, questo qua?") relativamente al mio post di ieri sui Soulsavers spenderei qualche parola (e qualche mp3, of course) sul loro album precedente, a mio insindacabile giudizio una pietra miliare di questi anni 2000 in musica. Ian Glover e Rich Machin (i Soulsavers per l'appunto) erano un onesto duo del nord dell'Inghilterra, uno dei tanti insomma post-bristoliani che si cimentavano col drum n'bass ed il trip-hop pur essendo arrivati fuori tempo massimo (il periodo d'oro dei Massive Attack, Portishead, Tricky e compagnia cantante era già terminato da un pò insomma). Sarebbero quindi facilmente finiti nel dimenticatoio (almeno il mio) dopo un album e qualche remix (per i Doves e gli Starsailor) se non si fossero imbattuti nel corso del 2006 in quel monumento vivente ed eretico del grunge che risponde al nome di Mark Lanegan. L'alchimia dei due mondi esistenziali (non solo musicali) così lontani risulta però sorprendentemente riuscita e sfocia in un disco magico dal titolo "It's Not How Far You Fall, It's the Way You Land" (Non è quanto lontano cadi, è il modo in cui atterri) che è già tutto un programma. L'album mescola gospel, rock e blues con tappeti sonori a volte soffici, altre decisamente ruvidi, all'insegna di un immaginifica colonna sonora stile trip-hop. E' un disco dunque decisamente notturno e che già dalla copertina (simboli contradditori di perdizione e riscatto: statuette del Cristo e pistole, banconote e farfalle, dadi e teste di corvo) lascia intendere il taglio narrativo fra sacro e profano: si parla di religione al limite dell'eresia insomma. Io ora ve lo allego, in modo che poi quando scriverò del loro imminente 'Broken' quelli che avessero strabuzzato gli occhi al mio post di ieri non si troveranno di nuovo con problemi di ottica. Ed è comunque un consiglio all'ascolto per tutti coloro che se l'avessero perso (o magari lo avessero solo sottovalutato al primo ascolto). E' un gran disco comunque:

SOULSAVERS ft. MARK LANEGAN
It's Not How Far You Fall, It's the Way You Land

1. Revival
(voce: Mark Lanegan)
2. Ghosts Of You And Me
(voce: Mark Lanegan)
3. Paper Money
(voce: Mark Lanegan)
4. Ask The Dust
(strumentale)
5. Spiritual (cover di Johnny Cash)
(voce: Mark Lanegan)
6. Kingdoms Of Rain (cover di Mark Lanegan stesso)
(voce: Mark Lanegan)
7. Through My Sails (cover di Neil Young)
(voce: Mark Lanegan e Bonnie 'Prince' Billy)
8. Arizona Bay
(strumentale)
9. Jesus Of Nothing
(voce: Mark Lanegan)
10. No Expectations (cover dei Rolling Stones)
(voce: Mark Lanegan)
11. End Title Theme
(strumentale)

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