giovedì 28 maggio 2009

La compilation di Maggio

Coi nuovi Eels e Costello in arrivo mi affretto a concludere musicalmente il mese di Maggio con la consueta compilation riassuntiva dei miei ascolti. Forse non il migliore del 2009, però un mese ragguardevole anyway! Ecco la tracklist:

1. Egyptian Fantasy - ALLEN TOUSSAINT
2. Kingdom Of The Animals - IRON & WINE
3. On The Waaves - THE WOODLANDS
4. Until The Earth Begins To Part - BROKEN RECORDS
5. It's Made Me Cry - MAGNOLIA ELECTRIC CO.
6. Leave Me Alone - ADAM LIPMAN
7. Chelsea Hotel #2 - LEWIS & CLARK
8. Russian Roulette - ED HARCOURT
9. Mary Jane - TORI AMOS
10. Valley Of Sickness And Death - LEONARD MYNX
11. Fizz And The Dizzyspells - ANDREW BIRD
12. This Song Is The Mute Button - JASON LYTLE
13. Indian Summer - RICEBOY SLEEPS
14. Karma Police - FLUNK
15. A Paper Figurine - ROBERT GOMEZ
16. M.me E Mr Curie - GIORGIO CANALI & ROSSOFUOCO
17. Afrodita Carambolo - BIGOTT
18. Two Grains Of Sand - PIERS FACCINI
19. Everlasting - WILCO


martedì 26 maggio 2009

Il mio Disco della Settimana (18 e 19)

Questa settimana raddoppio e propongo a chi passa ogni tanto da queste parti almeno due dischi. I motivi di questa scelta sono molteplici e li vado ordunque ad elencare in ordine sparso:
1 - Sono rimasto indietro due settimane fa e quindi per arrivare ai 50 dischi recensiti e messi a 'budget' per il 2009 (considerando una breve pausa ad Agosto) mi occorre recuperare;
2 - Considerato il fatto che molti ritengono, a mio avviso erroneamente, i dischi strumentali in qual misura incompleti e quindi inferiori a quelli con una voce cantante, per soddisfare comunque il palato di tutti ne metto due contemporaneamente;
3 - I due nuovi album in questione seppur molto diversi strutturalmente e musicalmente sono a mio modo di vedere entrambi accomunabili a livello emozionale. E sto parlando di grande Musica (con la 'M');
4 - Volendo svolgere finanche una funzione 'sociale', per così dire, il proporre l'ascolto di questi due gioiellini potrebbe essere una risposta all'ondata di afa infernale che sta attanagliando in questi giorni le nostre città: l'effetto, fidatevi, è quello di immediato e godurioso refrigerio! :)
5 - A volte bisogna infrangere certi luoghi comuni per cui determinati generi musicali debbano per forza essere elitari e per questo di non facile fruibilità per l'ascoltatore qualunque. Ed ecco quindi un paio di esempi in tal senso....


Allen Toussaint - The Bright Mississippi


Audio CD (April 21, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Nonesuch
ASIN: B001PSQGQI
GENRE: Jazz, Blues.

1. Egyptian Fantasy
2. Dear Old Southland
3. St. James Infirmary
4. Singin' The Blues
5. Winnin' Boy Blues
6. West End Blues
7. Blue Drag
8. Just A Closer Walk With Thee
9. Bright Mississippi
10. Day Dream
11. Long, Long Journey
12. Solitude

Quando il più grande pianista vivente (e questo lo dice Van Dyke Parks, non il sottoscritto) si mette a fare un nuovo disco, c'è sempre la naturale curiosità di ascoltarlo. Quando poi questi viene affiancato da un super gruppo (Marc Ribot, David Pitch, Brad Mehldau, Don Byron, Nicholas Payton, Joshua Redman e Jay Bellerose) e prodotto da un talento naturale quale Joe Henry (l'unico cantautore delle nuove generazioni, insieme a William Elliott Whitemore, degno di poter essere considerato almeno in parte l'erede di Tom Waits), beh la curiosità diventa in qualche modo impellenza. E se a ciò si aggiunge l'imperitura bellezza dei brani presenti nell'album, materiale vario di Thelonious Monk, Sidney Bechet, Duke Ellington, Django Reinhardt ed altri ancora, beh l'impellenza s'è già trasformata in adorante referenza. Si perchè qui ci troviamo di fronte ad un pezzo unico nel suo genere. La classe sconfinata e strabordante esaltata in tutta la sua minuziosa grandiosità: un immersione totale in quelle atmosfere da delta del Mississippi (il titolo del disco, oltrechè omaggiare Monk, è decisamente tautologico) che hanno creato in un certo senso tutta la musica moderna. L'esecuzione della super band poi è decisamente sublime: rispettosa della classicità degli standard (insomma la 'St. James Infirmary' acidognola propostaci da Lanegan & Dulli lo scorso anno sembra un'altra cosa davvero), ma con un tono comunque di indubbia freschezza; in tre parole: rinnovamento nella continuità. 
E' il Mississippi il protagonista indiscusso, il grande fiume dispensatore di vita e di morte, di prosperità e miseria, di luce e buio al tempo stesso ed ascoltando questo disco non vi sarà difficile ritrovarvi a due passi da Lui, in qualche bar fumoso e malfamato del quartiere francese con un Creole Bloody Mary in mano. Come un ex hipster dalla voce di orco cantava qualche anno fa: I wish I was in New Orleans, a bottle and my friends and me, New Orleans, I'll be there..

VOTO: 8,5




Riceboy Sleeps - Riceboy Sleeps


Audio CD (July 21, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Beggars Xl Recording
ASIN: B002ANHMBU
GENRE: Ambient.


1. Happiness
2. Atlas Song
3. Indian Summer
4. Stokkseyri
5. Boy 1904
6. All The Big Trees
7. Danìell In The Sea
8. Howl
9. Sleeping Giant

C'è qualcun altro, oltre me, qui in astinenza da Sigur Ròs? Cioè il loro ultimo, splendido 'Con un ronzio nelle orecchie suoniamo all'inifinito' (detto in italiano che in islandese non ce la faccio proprio) è solo di un anno esatto fa, ma essendo stato un disco strabiliante (nella mia top 3 del 2008, se ben ricordo, insieme agli Shearwater e a Scott Matthew) se ne sente subitaneamente l'assenza. Ebbene Riceboy Sleeps non è esattamente il nuovo album dei Sigur Ròs, ma di questa negazione occorrerebbe evidenziare 'l'esattamente', non certo il 'non è'. Trattasi infatti, ma potrei anche evitare di dirlo visto che risulta del tutto evidente all'ascolto, del primo disco solista di Jon Thor Birgisson (cioè Jonsi), colui che dei Sigur è anima portante, oltrechè voce e frontman del gruppo. Disco realizzato col suo boyfriend, Alec Somers dei Parachutes, con la sorpresona di essere (quasi completamente) strumentale. Dico 'sorpresona' perchè onestamente non ricordo alcun altro disco solista strumentale fatto da un cantante di qualsivoglia band. D'altronde non è questo che però caratterizza l'album, o almeno non lo fa in maniera decisa quanto le sublimi sensazioni che ti fa provare all'ascolto. Naturalmente ci troviamo di fronte al più classico planare sui desolati deserti artici che Jonsi ci ha da sempre proposto nel suo percorso musicale. Le atmosfere sono sempre rarefatte e sognanti, ma rispetto alla musica dei Sigur Ròs qui le soluzioni elettroniche hanno la meglio sulla strumentazione classica. E anche la quasi totale assenza della sua inconfondibile voce da elfo delle lande ghiacciate ne amplifica la portata onirica a metà fra il fluttuare etereo nel cielo terso e la crudele visione della nostra terra malata. Un disco epico che ha il non deprecabile merito aggiuntivo di far abbassare di tre gradi già alla partenza della ossimorica 'Happiness' (canzone che era già stata anticipata nella compilation benefica 'Dark Was The Night' di cui vi ho parlato qualche mese fa) la temperatura della stanza in cui ti ritrovi ad ascoltarlo. Fa bene al corpo come all'anima, insomma :)

VOTO: 8,5 anche a Jonsi!


lunedì 25 maggio 2009

Antony & The Johnsons - Live Radio RAI 1 (Roma 19.11.05)

E' la volta del concerto all'Auditorium Parco della Musica di Roma del Novembre 2005. Con la piccola particolarità che questo concerto è stato trasmesso nel Marzo successivo da Radio 1 (per i concerti del venerdì) e presentato dall'unica ed inimitabile Silvia Boschero. Ci sarebbe tutto un esilarante aneddoto su questa cosa che vi tralascerei (del tipo io che messaggio una Silvia iscritta al mio ex forum per avvertirla che trasmetteranno il concerto e lei che mi risponde: "Scemo, lo presento io!"). Ad ogni modo eccolo!

You stand above me
My lady story
Cripple & the starfish
Everything is new
Crackagen
Spiralling
For today I am a boy
Man is the baby
All is loneliness (Moondog cover)
Fistful of love
I fell in love with a dead boy
You are my sister
What can I do?
Bird Girl
Hope there's someone
BIS:
Candy says (Velvet Underground cover)


P.S: Debbo avvisarvi che non aggiorno il sito a cui Silvia fa riferimento in sede di introduzione (http://birdantony.altervista.org)  dalla primavera 2006, per cui se anche ci faceste una capatina oggi, sappiate che l'ho lasciato così ai posteri (sebbene sia ancora piuttosto ricco di contenuti, in riferimento al periodo che arriva fino a fine 2005).

giovedì 21 maggio 2009

Il mio Disco della Settimana (17)

Visto che ne stiamo già parlando, con mio sommo ritardo ecco..

Patrick Wolf - The Bachelor


Audio CD (June 2, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Bloody Chamber Music
ASIN: B001Y8DK9K
GENRE: Pop

1. Kriegsspiel
2. Hard Times
3. Oblivion
4. The Bachelor
5. Damaris
6. Thickets
7. Count Of Casualty
8. Who Will?
9. Vulture
10. Blackdown
11. The Sun Is Often Out
12. Theseus
13. Battle
14. The Messenger


Non è per mettere le mani avanti, anzi si, quindi dico fin da subito che questo è l'album che fondamentalmente mi piace di meno fra tutti i miei 'dischi della settimana' del 2009. Il fatto è che non posso dire che questo quarto lavoro di Wolf non sia oggettivamente ben riuscito, con belle canzoni, idee stravaganti, ma funzionali al tempo stesso e con anche un qual certo appeal musicale. Dal mio punto di vista il problema è un altro, ma ci arriverò fra poco. D'altra parte c'erano molte aspettative per questo album e il buon Patrizio non s'era negato neppure qualche singolare operazione di marketing, tanto per stimolare l'attesa: la grancassa mediatica sulle botte prese da lui e il suo boyfriend al concerto londinese della Ciccone dalla security, le interviste megalomani sul fatto che non esisterebbe artista al mondo a cui lui invidi qualche cosa (N.d.A. chissà perchè invece nei suoi live non manca mai una fra 'Candy says', 'Afraid' o 'Mysteries of love', che un altro artista è stato udito coverizzare prima di lui?), fino allo stracciare pubblicamente il contratto con una major per farsi finanziare questo nuovo disco dai suoi fans (le sottoscrizioni sul suo sito erano di almeno 8 sterline, per poter figurare ufficialmente fra i produttori). Insomma dopo tutto questo bel casino uno si aspettava davvero grandissime cose. Ed invece le cose, alla prova d'ascolto, si rivelano si buone, ma senza eccedere coi superlativi. Indubbiamente, a livello artistico qualcosa s'è mosso ed il ragazzo sembra finalmente aver capito cosa voler fare da grande: non più le sirene da punk elettronico alla Aphex Twinx e nemmeno qualche deriva industrial come in alcuni capitoli precedenti della sua discografia. L'orizzonte è ormai il pop, un pop carico di romanticismo, enfatico e drammatico, senza quella leggerezza d'intenti che pure lo aveva caratterizzato soprattutto in 'The Magic Position'. Lui è Marc Almond o almeno il Marc Almond di questa generazione e 'The Bachelor' rappresenta il manifesto di questa sua presa di coscienza. E allora non ci si può meravigliare di fronte all'alternanza di ballate strabordanti, innesti chitarristici cyberpunk e beat danzerecci a 120 bpm. Certo per poterlo apprezzare in pieno occorre non provare alcun fastidio innanzi a tutta questa straffottente magniloquenza attraverso la quale sembra che Wolf voglia sommergerci con tutto il suo indiscutibile ed oceanico talento. Il problema semmai è che a tratti il tutto possa diventare troppo e che proprio il suo prendersi terribilmente sul serio possa limitare la qualità complessiva del suo lavoro finendo con l'appesantirlo. L'ego probabilmente è il peso relativo dell'anima di ciascuno di noi, da intendersi sia positivamente che negativamente e di ego il ragazzo non difetta. Personalmente spererei che il secondo capitolo ('The Messenger' in uscita fra un anno esatto) possa mantenere le qualità di composizione con una maggior leggerezza sonora, senza strafare insomma, ma temo che non verrò soddisfatto. E allora mi riascolto 'The Bachelor' per endovena che casomai ho sempre Bill Callahan a portata di iPod per disintossicarmi dalle sue contaminazioni orgiastiche e barocche.   

VOTO: comunque 8


martedì 19 maggio 2009

Infine libero

Manco da un pò di giorni dal blog e sono anche in arretrato col mio disco della settimana ('The Bachelor' di Patrick Wolf), ma oggi invece mi va di scrivere un pò di questa cosa qua. Immagino che molti considerino 'Free At Last' una sorta di riempitivo, al limite del futile, in un capolavoro quale è stato 'I Am A Bird Now', per cui proverò a farvi cambiare idea. Allora tutto nasce sul finire degli anni '90 quando Antony e Johanna Constantine (al tempo coinquilini in un appartamentino di Soho, per chi non mastica il Manatthanese sarebbe SOuth of HOuston street, appena sopra il Village) conoscono Julia Yasuda. Julia oltre ad essere un brillante professore di matematica giapponese, trasferitosi anni prima a New York, ha anche la particolarità, irresistibile per Antony di essere ermafrodita bilaterale. In Julia insomma il Nostro trova personificato lo spirito asessuato (nel senso di essere sopra ogni sorta di sessualità, non di appartenere ad entrambi i generi) che da sempre ispira i suoi pensieri creativi. E' inutile quindi dire che anche con il dottor Yasuda nasce un forte legame tutt'ora molto stretto (tanto per capirci, nelle due foto nel booklet di 'The Crying Light' troviamo proprio Johanna Constantine e Julia Yasuda, che peraltro è trasfigurata, più che raffigurata, anche nella copertina del singolo 'Epilepsy Is Dancing'). Nel 2000 succede poi che Antony regala a Julia, per il suo compleanno, un libro che raccoglie i canti degli schiavi afroamericani nelle piantagioni di cotone del sud, non solo l'origine di quello che da spiritual si sarebbe poi trasformato nel genere blues e soul, ma anche una metafora di schiavitù e libertà dell'anima dentro ad un corpo. Nel 2001 quindi col primo vero e proprio tour organico degli Antony & The Johnsons, a promozione dell'omonimo album, Antony decide che oltre a Johanna coi suoi sperimentalismi di danza contemporanea anche Julia aprirà i suoi concerti. A volte semplicemente attraverso il codice Morse dell'SOS, altre recitando proprio uno di quei canti ad introduzione della band. 

Way down yonder in the graveyard walk
I thank God I'm free at last,
me and my jesus going to meet and talk
I thank God I'm free at last,
on my knees when the light pass'd by
I thank God I'm free at last,
tho't my soul would rise and fly
I thank God I'm free at last,
some of these mornings, bright and fair
I thank God I'm free at last,
goin' meet my Jesus
in the middle of the air
I thank God I'm free at last

questo il recitato del canto di 'Free At Last' che Julia col suo accento esotico contribuisce a rendere ancor più estraneo da ogni contesto spazio temporale e più consono a diventare una sorta di preghiera, un ringraziamento a Dio per essere finalmente liberi. E' dunque ovvio che Antony voglia inserirlo in 'I Am A Bird Now', che per i pochi non lo avessero intuito è un vero e proprio percorso di liberazione spirituale (che fosse stato un libro si sarebbe detto 'romanzo di formazione' insomma) ed è altrettanto ovvio che non potesse essere messo in tracklist come succedeva nei live (cioè a mo di intro), bensì doveva arrivare appena prima di 'Bird girl' e molto dopo 'For today I am a boy'.  Per fare questo Antony prende una sua canzone già provinata ed incisa, ma che quindi rimarrà inedita, 'Alienated Soul' ci toglie il suo cantato e ci mette sia l'SOS che il recitato di Julia Yasuda (presi dalle registrazioni live di due date al Bloomsbury Theatre di Londra) ed ecco 'Free At Last' come la si può ascoltare su 'I Am A Bird Now'. 
Non so se qualcuno troverà di un minimo d'interesse il mio sproloquio mattutino, ma a me andava di farlo! :)


Alienated Soul - Antony & The Johnsons (Inedito)
Intro (SOS) - Julia Yasuda Live @ Bloomsbury Theatre (01.04.2001)
Free At Last - Julia Yasuda Live @ Bloomsbury Theatre (06.04.2001)

P.S.: Mi sono dimenticato di inserire nel .rar di cui sopra almeno un'altra versione di 'Free At Last' degna di essere ascoltata, cioè quella cantata al piano proprio da Antony appena prima 'Hope There's Someone' allo Sheper Bush Empire il 6 Dicembre del 2005. Questa, nel senso di ascoltarla cantata e non recitata dalla voce di Antony è davvero una rarità, direi, per cui eccola:

martedì 12 maggio 2009

Antony & The Johnsons - Turning (Roma, 31.10.2006)

A gentile richiesta ecco la registrazione audio della prima data romana (31.10.06) dell'allestimento visivo/musicale by Antony & Charles Atlas, in quel dell'Auditorium Parco della Musica. Peccato non si possa godere anche con gli occhi degli effetti di proiezione video delle 13 modelle sulla pedana girevole che Atlas fece in ogni data di quel tour. E' proprio dal quel periodo che i due parlano della realizzazione di un DVD, ma a tutt'oggi non se ne sa ancora nulla! Comunque questo è l'audio e la setlist fu davvero sontuosa (una delle migliori in assoluto, a mio avviso, fra tutti i tour della storia degli Antony & The Johnsons):

Everything Is New
My Lord My Love
Cripple And The Starfish
For Today I Am A Boy
Where Is My Power?
Spiralling
Find The Rhythm Of Your Love
I Fell In Love With A Dead Boy
Bird Girl
Kiss My Name
Daylight And The Sun
One Dove
Hope There's Someone
Twilight
BIS:
You Are My Sister

venerdì 8 maggio 2009

Partito democratico, arrivato non so cosa (cronaca di un suicidio annunciato)

Spendo 10 minuti di quest'assolato venerdì mattina per la cronaca di un suicidio annunciato. E poi non lamentiamoci se saremo ancora per lungo tempo sotto il dominio imperiale del nanerottolo scopatore. Il 6 e 7 giugno si terranno nella mia città le elezioni per il sindaco. Bene, dirà qualcuno, e dove stà l'inghippo? Le elezioni comunali ci sono in diverse città d'Italia.. Vero, il problema però è che qui non dovevano tenersi fino all'anno prossimo, ma il sindaco (PD) è stato messo sotto in consiglio comunale (dopo un'inchiesta della magistratura per reati che vanno dall'abuso d'ufficio alla corruzione). Già la partenza non è male, no? Premetto anche che questa città è amministrata da decenni (con alterni risultati) da quello che era il PC-PDS-DS ora PD, che lo stesso PD nel 2006 (al tempo la lista unitaria L'Ulivo al senato) superava abbondantemente il 50% da solo e che Forza Italia era il quinto partito (attorno al 12%, subito dopo Rifondazione). Insomma queste le premesse, almeno fino ad un paio d'anni fa.  Ora succede che nonostante le difficoltà amministrativo-giudiziarie il partito ora guidato da Franceschini organizza delle primarie che io definirei 'farsa' con quattro candidati tutti di area ex Margherita (della serie dopo anni di sindaci Ds il sindaco tocca a noi..)  col risultato che non solo il candidato PD si troverà contro il rampante e giovane palazzinaro del PdL+Lega e UDC, ma anche i 2 politici (entrambi ex DS) più popolari della città alla guida di due liste civiche. Il primo è il deputato storico della città, quello cioè che ha sempre raccolto il maggior numero di preferenze prima di andare a Montecitorio (uomo pragmatico e dall'onestà morale ed intellettuale certificata) e l'altro è l'ex sindaco detto Mister 76% (che fu la percentuale di voti raccolta al primo turno alle comunali del '92). Attualmente i sondaggi li danno tutti e 4 al 25% circa, ma con proprio il candidato sindaco del PD a forte rischio (di non partecipare al ballottaggio). Insomma qui col 75% circa di orientamento a sinistra contro il 25% di orientamento a destra, il risultato più probabile è quello di regalare proprio a questi ultimi le chiavi della città. Davvero complimenti a tutti..

giovedì 7 maggio 2009

Il mio Disco della Settimana (16)

Si, lo so, qualcuno storcerà un pò il naso, ma questa settimana non ho fatto altro che ascoltare..

Giorgio Canali & Rossofuoco - Nostra Signora della Dinamite

Audio CD (Aprile, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: La Tempesta Dischi
GENRE: Songwriter, Alt-Rock

1. Quello della foto
2. Lezioni di poesia
3. Tutti gli uomini
4. Nuvole senza Messico
5. Rifugi di emergenza
6. Nostra signora della dinamite
7. MP nella BG
8. Schegge vaganti
9. Respira ancora
10. M.me e Mr. Curie

Si, so anche che 'i CCCP non ci sono più', come canta Vasco Brondi e un motivo ci sarà pure vista la totale inconsistenza (e il leggero fastidio che mi provoca) l'ultimo, cioè the last and also the least, disco dei PGR. E poi ammetto che il lavoro di produzione che Canali ha fatto proprio con Brondi non è che mi fosse piaciuto poi così tanto (secondo me aveva peggiorato il self titled demo autoprodotto de Le luci della centrale elettrica'), però.. Però quando sento certe parole io mi commuovo e giuro che non sto scherzando! "Tutti gli uomini della tua vita insieme in un'unica puntata/di volti e odori/stronzate già sentite/bugie miscredute/se soffi via la polvere da un lento scorrere di sguardi/di ricordi/di cose capite troppo tardi/di sottotitoli per non troppo brillanti/di magici istanti dilaniati dalle esplosioni delle suonerie personalizzate/che annunciavano indiscrete i lieti eventi/altrui". Cioè, come faccio a non commuovermi di fronte, ad esempio, alla strofa di 'Tutti gli uomini"? La bellezza non è stravagante, come diceva Fossati, bensì commovente! Del resto la prosa tagliente di Giorgio Canali è sempre stata il suo carattere distintivo che marchia a (rosso)fuoco anche questo suo nuovo 'Nostra Signora della Dinamite". Un album, il suo quinto solista, che conferma tutti i (molti) pregi e i (pochissimi) difetti di questo monumento vivente al rock made in Italy. Non gli attirerà nuovi adepti, ne allontanerà chi di lui adepto lo era già insomma: Canali, prendere o lasciare, come sempre.  Il disco si sofferma nella narrazione della quotidianità in un mondo (o meglio in un paese, il nostro) allo sfascio, con particolare attenzione (e forse questa è la novità) ai temi dell'amore, ma trattati sempre col taglio della sua abituale rabbia fagocitante mitigata con l'altrettanto abituale vestito da crooner del deserto polveroso alla Mark Lanegan. Ci sono poi episodi al limite del capolavoro all'interno di questo disco a cominciare dalla dolce e rassegnata 'Lezioni di Poesia', passando per l'onirica e illuminata (nel senso: molto Brondiana) 'Nuvole senza Messico', per la veramente incazzosa verso l'Italia 'MP nella BG' (che poi starebbe per Marco Pantani nella Biglia Gigante...), fino alla straordinaria e metaforica conclusione per madame e monsieur Curie con un maestoso ed in qualche modo redentore assolo di chitarra che propone squarci di un futuro il quale non potrà mai essere peggiore di ciò che è oggi.  Ora io non so se come ha detto Canali in sede di presentazione del disco: "Nostra signora della dinamite è l'album che vorresti avere con te in caso di naufragio in un'isola deserta", anzi probabilmente non sono affatto d'accordo con lui. Perchè questo è un album da consumarsi nell'affollata giungla di cemento e metallo delle nostre urbane quotidianità. La lucida, sincera e perfetta colonna sonora per ogni nostro vaffanculo al mondo e a certuni che lo abitano. (Mi scuso per la parola è che vedo il Berluska ovunque in questi giorni e lui mi ispira solo e sempre turpiloquio, sorry!!!).

VOTO: 8


martedì 5 maggio 2009

Antony & The Johnsons - Coachella Festival (19.04.09)

Oggi doppia razione di Antony. Doppia, ma decisamente meritevole, ed infatti dopo la registrazione video della session di Canal+ ecco la registrazione audio del set che Antony & The Johnsons hanno eseguito al Coachella. Versioni decisamente inedite dei pezzi di 'The Crying Light' e cioè in linea col resto della lineup di domenica 19 aprile.. stiamo cioè parlando di versioni electro-dance (!!!). Ascoltare per credere...


Where Is My Power?
The Crying Light
Another World
Aeon
Her Eyes Are Underneath The Ground
Epilepsy Is Dancing
Everglade
Kiss My Name




Antony & The Johnsons - Live @ Canal+ (08.04.09)

Breve session di tutta la band esclusivamente per Canal Plus (della TV Francese) che l'ha registrata l'8 Aprile scorso e trasmessa poi il 24. Davvero bellissima!


Kiss My Name
Her Eyes Are Underneath The Ground
Epilepsy Is Dancing
Another World
The Crying Light
Aeon