martedì 14 settembre 2010

Le luci del cigno (prima parte)

Antony & The Johnsons - Swanlights


E’ notte. C’è una strana luce che si riflette nell’acqua, accarezzandone le increspature. Tutto sembra acquietarsi. Lo spirito si fa forza e fuoriesce dal corpo. E’ un fantasma di colore viola e trova la sua giusta dimensione nel conforto di queste luci magiche. Swanlights. Naturale prosecuzione di ‘The Crying Light’, al quale segue sorprendentemente, per i tempi del Nostro, dopo appena un anno e mezzo. Cambia solo la prospettiva nello sguardo dell’artista che è rivolto non più verso il mondo esterno, bensì indugia nei meandri della propria interiorità. E’ un disco molto spirituale, pur sempre laicamente parlando, è meditativo, pur non meditabondo. E’ l’affresco di un’anima d’artista e comincia con..

Everything Is New (8): Finalmente immortalato nella discografia ufficiale uno dei pezzi più suggestivi negli show degli ultimi 5 anni. Antony lo accorcia e sceglie la versione con la band anziché quella orchestrale e in definitiva fa bene perché non si tratta di una canzone. Non c’è strofa, ne inciso, ne tantomeno il testo. E’ una sorta di mantra, non propiziatore e nemmeno celebrativo bensì una semplice presa d’atto. Parlando di questo pezzo Antony dice infatti che non vuole affatto esprimere tanto il nuovo o il rinnovamento in se, bensì una sorta di mutamento dello stato interiore che cambia la prospettiva di ciò che si osserva. Un po come vedere l’esistente con occhi differenti. Tutto è nuovo, niente è nuovo. Un piccolo classico.

The Great White Ocean (8,5): Comincia nel fade-out della precedente e fin da subito salta all’orecchio che si tratta di una versione riveduta e corretta rispetto a quella ‘regalata’ due anni fa alle collezioni di Prada. Non rivoluzionata, ma in un certo qual modo asciugata e linearizzata. Gli sperimentalismi elettroacustici sullo sfondo vengono attenuati per far risaltare voce e chitarra acustica. E’ una litania dolce e terribile al tempo stesso. Un’invocazione ai nostri cari, mai dimenticati, ad accoglierci nel grande oceano bianco dove nuotano le anime alla fine dell’esistenza terrena. E’ anche una preghiera per il ricongiungimento e un’esortazione a non dimenticarci mai, invece di dirgli noi: “Non ti dimenticheremo mai”. Questa canzone a me commuove fin quasi alle lacrime. E non voglio aggiungere una riga di più.

Ghost (9,5): Ecco che arrivano Nico Muhly ed orchestra sinfonica (che poi però torneranno anche più avanti) e siamo già ad uno dei vertici assoluti di questo disco, ma non solo di questo disco. Antony l’ha definita una canzone carica di gioia e di ottimismo. E’ un po l’espressione di quello stato che lui definisce le luci del cigno. Lo spirito viola che fuoriesce dal corpo sotto forma di fantasma e cambia pelle come un serpente. Si libra nell’aria curioso ed irrequieto per osservare e capire il mondo, quello tangibile e quello intangibile. La costruzione musicale poi la trovo sublime, con il pianoforte inquieto che introduce e inframmezza le soavi aperture sinfoniche degli archi. Un pezzone davvero.

I’m In Love (7,5): Dopo tanta spiritualità ecco arrivare un pizzico di leggerezza introdotta da un giro melodico che ricorda un po il ‘fra martino campanaro’ se ci fate caso. E’ un Antony anche per la prima volta un pizzico psichedelico, tra flauti traversi, organo e percussioni improvvisate mentre celebra l’Amore, e anche questa a dire il vero è una novità per lui. Canzone gradevole che a me fa venire in mente i Fleet Foxes, un piacevole intermezzo prima di giungere ad un altro dei vertici assoluti del suo intero repertorio finora.

[CONTINUA]


5 commenti:

pippo ha detto...

Concordo su tutto,
L'ho ascoltato 3 volte di seguito.
Ho ordinato l'album su vinile e libro... non vedo l'ora...

SigurRos82 ha detto...

E ci lasci così??? Non puoiiiiiiiii :))))

Anonimo ha detto...

Soltanto in alcune piccole e nascoste pause di Emily Dickinson, ho ritrovato tanta bellezza. Tutta la musica di questo disco mi spinge al pianto. E sorrido per averlo vissuto nello stesso tempo in cui si candida a capolavoro di questo già inutile secolo.

birdantony ha detto...

anonimo, ti amo!

Matteo ha detto...

Ghost è stratosferica, lacrime fin dal primo ascolto :'