lunedì 14 maggio 2007

Io Dico

Alla fine la mega sagra del cattolicume, s'è consumata. E s'è consumata secondo ogni logica previsione: grande affluenza con pulman partiti da quasi ogni parrocchia italiana (che poi a ben vedere è meglio usare l'8 per mille di chi glielo da in questo modo, piuttosto che nell'organizzazione di fiaccolate a favore di detenuti accusati di pedofilia, come accaduto a Brescia e Rignano), politicume vario intrudendum (peraltro tra il meno credibile possibile a livello di monogamia) a far da .capopopolo, e negazione (anzi aberrazione) verso qualsiasi legge (anche la più insulsa come i dico) che estenda alcuni basilari diritti (e DOVERI, ma questi se li scordano tutti) civili, sociali ed economici a tutte le forme di convivenza. Ne è dunque seguita (e ne seguirà ancora) la strumentalizzazione politica, ma almeno in questo caso è e sarà strumentalizzazione consapevole, nel senso che i partecipanti al grido (ipocrita) di: "questa non è una manifestazione contro i dico" sono stati ben lieti però di farsi strumentalizzare in tal senso. Personalmente io credo che mai come sabato scorso la 'famiglia' sia stata villipesa e degradata ideologicamente. L'hanno abbassata a livello delle licenze dei taxi o dei farmaci da banco, issandola come stendardo reazionario allo stesso modo dei cartelloni irridenti di tassisti e farmacisti che protestano contro le liberalizzazioni. "Ahò, ma li ricchioni se rubbano le case popolari de noantri!". Si perchè in fondo in fondo, sotto lo strato di ideologia clericale e ancor più sotto la difesa di certuni valori morali, si fa leva sempre su quel punto là: "Il mio piatto non è pieno, ma comunque riesce a sfamarmi. Perchè dovrei darne un boccone anche al prossimo? E poi se resto senza io?". Si è stato umiliante, anche per chi come me non crede in niente, vedere la Santa Romana Chiesa far leva proprio sulla negazione assoluta del più assoluto (e rivoluzionario) concetto cristiano, quello dell'ama il prossimo tuo come te stesso. Ed è stato parimenti irritante ascoltare questi sbarbatelli di buona famiglia farci il predicozzo su quello che significa la responsabilità dell'amore, come se chiunque abbia mai conosciuto l'amore, seppure per un solo istante, non abbia percepito l'innata responsabilità che l'amore (qualsiasi tipo d'amore) comporti. L'etica della responsabilità credono di poterci insegnare, lorsignori, quella stessa etica secondo la quale il 75% degli astenuti al referendum sulla fecondazione assistita erano tutti contrari all'abrogazione della legge 40/04 e che quindi oggi dovrebbe portare noi a pensare che il 99% degli italiani (cioè quelli che non sono scesi in piazza al Family Day) sono tutti a favore dei Dico, sbaglio? Vogliamo davvero un'etica di giustizia sociale e di libertà individuale, la vuole davvero popolo scientemente e coscientemente strumentalizzato sabato scorso a Roma? Allora sappiano che in Italia un lavoratore dipendente single con reddito di 20.000 euro annuo ne paga 3.629 di tasse, mentre se con moglie a carico e due figli ne paga 'solo' 1.342, tra dichiarazione congiunta e sistema delle detrazioni. E questo di fronte a tutte le altre legislazioni europee, in cui le differenze fiscali fra nuclei mono e pluri familiari sono quasi a zero. E nei single sono ricompresi (ovviamente) anche chi single non è poichè comunque convivente. E anche senza una legge che ne stabilisca una pari dignità economica almeno che ne venga riconosciuta quella affettiva. Non c'è società se non c'è famiglia, ma non c'è società se manca anche un minimo di giustizia. Io dico (e sempre dirò).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho riportato la lettera di Marco Travaglio a Ruini nel mio blog. Il Family Day è stata una manifestazione indegna per un Paese che si proclama civile, in quanto una legge a favore delle unioni civili non toglierebbe nulla alla famiglia tradizionale, che anzi è stata trascurata per sessant'anni. Lasciando perdere le facce di bronzo (Casini, ma anche Berlusconi, che afferma che i cattolici non possono votare a sinistra e cui suggerisco di farsi, finalmente, una cultura politica che evidentemente gli manca, visto che si spaccia per laico e liberale senza sapere il significato di queste due parole) c'è da riflettere. E comunque, come giustamente hai scritto, i single pagano molte più tasse delle persone sposate (ne faceva riferimento anche Filippo Facci, in un suo articolo sul Giornale). Ti chiedo: dove andremo a finire?