giovedì 1 gennaio 2009

Il Mio Disco della Settimana (1)

Comincio intanto ad avvantaggiarmi. Credo non possa esistere disco migliore per inauguarare i posts relativi a 'Il mio disco della settimana'.

ANTONY & THE JOHNSONS - The Crying Light



Audio CD (January 19, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Secretly Canadian
ASIN: B001MW0IY8
GENRE: Chamber-pop.

1. Her Eyes Are Underneath The Ground
2. Epilepsy Is Dancing
3. One Dove
4. Kiss My Name
5. The Crying Light
6. Another World
7. Daylight And The Sun
8. Aeon
9. Dust And Water
10. Everglade


Esiste davvero un luogo sicuro, un santuario dove sentirsi al riparo e al tempo stesso liberi? E dove poter anche sognare, facendo volare la nostra immaginazione come quando eravamo bambini sopra le esperienze sedimentate dal tempo nel corso dei nostri anni? Non lo so però Antony deve averlo trovato questo luogo. Fra i rumori soffusi di una foresta notturna o dentro circolari increspature lacustri, oppure sotto l'immensità di un minimalismo cosmico o nella bellezza già rimpianta di paesaggi del mondo frammisti a vedute interiori. Ma sempre illuminato da una luce che grida, una luce piangente di meraviglia che attenua le angolature degli spigoli bui dell'esistenza, irradiandoli di incanto e purezza. E così illuminato, come pare lontano dalle barocche teatralità del suo primo omonimo album o dalla strisciante sofferenza catartica di 'I Am A Bird Now'. E come si è fatta impressionista la sua poesia con quelle associazioni d'immagine che si susseguono, fluttuando dolcemente, fra affreschi naturalistici, stati d'estasi e delicati tratteggi fiabeschi. Certo potrei trascorrere le prossime due ore a disquisire sugli arrangiamenti sinfonici di Nico Muhly in 'Her eyes are underneath the ground' o 'Everglade' o su quel fantomatico incontro fra Elvis e Nina nel meraviglioso blues-gospel di 'Aeon'. Oppure sullo struggente sax tenore che suggella la favola dell'amore fra una colomba ed una volpe in 'One dove' o ancora su quella sorta di preghiera sciamanica da rito pagano a base di 'Acqua e polvere'. O perchè non sugli immensi spazi celestiali che si aprono nell'abbagliante walzer lento di 'Daylight and the sun', ma dopo tutto che cosa riuscirei ad aggiungere all'incanto ed alla purezza sprigionatisi dalla luce che grida, la luce piangente? Nulla. In fondo conta solo lasciare che almeno un suo raggio riflesso raggiunga il nostro cuore così che noi si possa tornare di nuovo un pò bambini ad incuriosirci, a sorprenderci, ad emozionarci.. let I cry sight, a child at night, the crying light, the crying light..

VOTO: 9

4 commenti:

CornflakesBoy ha detto...

Dopo una settimana di continui ascolti ancora non riesco a fare il punto della situzione sui questo disco... ma abbi fede. prima o poi dirò la mia! :-)

Unknown ha detto...

Semplice:
è un grande disco ;-) .

Augurissimi,
Addison.

birdantony ha detto...

matt, sai quanto avevo paura anch'io che questo disco non fosse all'altezza, no? e invece sono completamente d'accordo con addison e anzi credo davvero (visto anche tutto l'hype che sta montando in questi giorni) che sarà il disco del suo botto definitivo! e poi una volta tanto che per andarlo a vedere non devo prendere ne auto, ne treno, ne aereo, ma mi basta solo una passeggiata di qualche centinaia di metri.. :)

Anonimo ha detto...

;i permetto di tornare "ai santi vecchi":

Antony è ormai un caso della scena musicale, a dieci anni dalle prime cronache che lo segnalavano tra le pieghe della scena underground di New York. La sua voce di raso in un corpo da lottatore mongolo ha colpito la fantasia, così come l'innaturale incrocio nelle sue canzoni di soul e melodramma, che lo ha portato con egual successo al Barbican di Londra e all'Apollo di Harlem. Viviamo in un'epoca emotiva e lo stupore paga: si spiegano così le 500 mila copie vendute dell'album precedente, I Am A Bird Now, e la venerazione della critica più trendy, ben al di là dell'effettivo valore.

Non conosco bene i meccanismi dell'approvazione emotiva ma, se non è scaduto il tempo, credo che anche questo nuovo album verrà accolto bene. E' fatto della stessa pasta dei dischi precedenti, canzoni accorate di grande intensità, ma gli splendidi arrangiamenti di Nico Muhly, misurati al respiro, lo portano a un livello superiore; in più, testi fascinosamente insoliti in cui l'autore disegna un suo animistico De rerum natura -là dove uno spirito comune pervade uomini, cose e animali, infrangendo le barriere di tempo e realtà. Figlio innamorato di Madre Natura, Antony vede "cose che voi non vedete/ per stanchezza, per paura".

Disco di larghi spazi, di sottili sfumature, con battito ritmico rallentato e poche tinte acustiche ad accompagnare la voce del protagonista. Definirlo "rock" è una bestemmia, oltre che una fesseria; ma non vale perder tempo con minuzie terminologiche, la struggente intensità di canzoni come One Dove, Epilepsy Is Dancing e soprattutto Another World vale molto, molto di più.


Riccardo Bertoncelli

Da: http://delrock.it/album/2008/antony-and-the-johnsons-the-crying-light.php#commenti

Saluri,
Addison.

PS: però mezza stellina in più (anche una intera), poteva darla.