venerdì 6 marzo 2009

Il mio disco della settimana (7)

Ogni promessa è debito e nonostante questa settimana abbia già il suo disco potrei comunque avantaggiarmi per la prossima:

BONNIE 'PRINCE' BILLY - Beware


Audio CD (March 17, 2009)
Original Release Date: 2009
Number of Discs: 1
Label: Drag City
ASIN: B001QIRSKA
GENRE: Country, Singer/Songwriter, Folk.

1. Beware Your Only Friend
2. You Can't Hurt Me Now
3. My Life's Work
4. Death Final
5. Heart's Arms
6. You Are Lost
7. I Won't Ask Again
8. I Don't Belong To Anyone
9. There Is Something I Have To Say
10. I Am Goodbye
11. Without Work, You Have Nothing
12. Afraid Ain't Me

Se penso che Will ed io siamo praticamente coetanei (5 giorni di differenza) mi prende un pò di sconforto. E' vero lui sembra mio padre ed io mi ritrovo, più o meno, con tutti i capelli ancora in testa, ma di fronte ai suoi 19 albums, collaborazioni con Tortoise e Matt Sweeney escluse, (+ una quarantina di EP) non mi è difficile constatare quanto io non abbia combinato un cazzo nella vita. Ok, torniamo a lui che è meglio. Dicevo della sua bulimia autorale che lo ha portato in soli 12 anni di carriera ad invadere gli scaffali delle discoteche (letteralmente parlando) come Will Oldham, Palace, Palace Brothers e Bonnie 'Prince' Billy (a proposito questi ultimi saranno nicknames o monikers? Solo Joyello potrebbe spiegarmelo!). La cosa strana però è che per lui quantità è un concetto che non inficia minimamente la qualità del prodotto. Puoi sempre contare sulla sua musica e sulle sue parole, non sono mai ne scontate ne paradossalmente eccessive e questa, perdonatemi, ma è una riflessione piuttosto oggettiva che va al di la dei gusti personali di chi vi scrive. Certo all'interno della sua incessante opera musicale ci sono delle vette e dei momenti di meno incisiva ispirazione, ma nulla mai al di sotto dell'eccellenza (e mi accorgo solo in questo momento che sto cominciando ad usare la parola 'eccellenza' con troppa facilità. Mi starò Bonolisizzando? Mah..). E 'Beware', da qualsiasi lato lo si voglia analizzare, non può non essere annoverato tra le vette di cui sopra. Certo anche lui, come un altro cantautore americano che io amo molto cioè Jason Molina (peraltro anche lui piuttosto bulimico e afflitto da sindrome multi-identitaria: Magnolia Electric Co., Songs Ohia, etc...), da qualche tempo ha decisamente imboccato la strada che io preferivo meno tra quelle che aveva lasciato presagire, quella cioè della classicità cantautorale made in USA (leggasi: contemporary country), però se i risultati sono questi, beh continui pure così! 'Beware' in un certo senso è la summa maxima di tutto ciò che finora Will ci ha proposto. Dentro ci trovi l'intimismo dark di 'I See A Darkness', certi sperimentalismi di 'Superwolf', l'intensità di 'Master And Everyone', il romanticismo di 'The Letting Go', eppure l'insieme suona piuttosto differente da ogni singola parte presa a se stante. E' un disco a tratti epico, pieno di strumentazione, di incedere decisamente maestoso, ricco di spunti ed idee che travalicano i confini del cantautorato country-folk. Proprio lui, a cui basterebbe solo una chitarra acustica e la sua voce vibrante per frantumare ogni cuore dell'emisfero occidentale, decide di aggiungere e non di togliere. Un'orgia sonora fatta di fiddle (il violino country), pedal steel, accordion, fiati, organo hammond, e una moltitudine di backing vocals che per una volta abbracciano voluttuosamente la sua prosa emozionale e a tratti pisocanalitica fino a rendere in un certo senso colma di speranza la sua abituale disperata rassegnazione. L'impatto è infatti quello di un disco solare, a tratti gioioso, nonostante al solito morte e dolore non sono avulse dalla narrazione. Io lo definirei un 'instant classic' proprio perchè risulta difficile trovargli una collocazione spazio-temporale. Ad ogni modo se anche voi, come me, avete uno scomparto semivuoto che stride con la restante confusione delle mensole che reggono il vostro archivio discografico e se in quello scomparto, anche voi, avete solo 'Nashville Skyline' di Bob Dylan, 'Songs Of Love And Hate' di Leonard Cohen e 'Harvest' di Neil Young perchè causa un certo pudore non avete avuto mai il coraggio di accostare un altro vinile a quei tre, beh 'Beware' potrebbe essere un'idea per cominciare a colmare quello spazio.

VOTO: 9

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Alcuni di quelli sono monikers, altri sono nick. Ma io non posso passare la vita a spiegarvi la differenza. Ora andate a studiare da qualche altro!
:-)

Anonimo ha detto...

suvvia, Jlo, se a te è disceso questo compito è perché "vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole... e non ti lamentare" (così salvo pure l'endecasillabo)

birdantony ha detto...

bonnie 'prince' billy è il moniker, palace e palace bros sono nicknames. almeno credo dopo aver studiato il dibattito fra J.lo e vinz su fard-rock.. :)