lunedì 5 febbraio 2007

La neve resta..


DURTRO JNANA 002
Michael Cashmore The Snow Abides mini CD
Lyrics: David Tibet Vocals: Antony
My Eyes Open • The Snow Abides • How God Moved at Twilight • Your Eyes Close • Snow No Longer
Available exclusively from Jnana Records from late January. Official release: late February 2007
www.jnanarecords.com


Ventidue minuti. La neve può rimanere così soffice e fredda ad avvolgerti anche solo per ventidue minuti, ma la sua bianca morbidezza poi rimane a confortarti a lungo, a prendere la tua anima per mano ed accompagnarla fra le più rilucenti malinconie. Michael Cashmore scrive cinque melodie impressioniste per pianoforte, melodie affatto minimaliste come quelle che compose per i Current 93 nel loro album capolavoro 'Soft Black Stars', bensì arricchite da arrangiamenti soft cameristici, con tanto di flauti e campanellini sospesi su un tappeto d'archi. I ventidue minuti di neve cristallizzata si aprono e si chiudono ('My Eyes Open' e 'Snow No Longer') con la temeraria delicatezza strumentale di un folle musicista inglese trapiantato a Berlino che miscela alla spiritualità lisergica del folk apocalittico la sontuosità profonda della musica sinfonica. Però sono probabilmente i tre episodi centrali del disco a condurci verso una sorta di quadratura del cerchio emotivo, come se solo dal centro si potessero scorgere i confini estremi di questo bianco e soffice universo romantico. Tre episodi affidati ai vibrati intensi e profondi di Antony che danno voce alla penna lucida e visionaria di David Tibet. Il reverendo dell'Apocalisse estrae dal cilindro tre testi impegnati ed impregnati di corposa ed epica poeticità, laddove la sofferenza per un amore mai nato ('The Snow Abides') viene solo parzialmente mitigata dall'evocazione di una spiritualità carica di redenta fanciullezza prima della disllusione che il tempo inesorabilmente porta con se ('How God Moved At Twilight'), per poi infine tratteggiare una serie di associazioni d'immagine in cui il dormire e più in generale la debolezza divengono simboli della vivificazione e della mortificazione dell'amore ('Your Eyes Close'). Antony al solito è spettacolare. Per nulla intimidito dalla struttura elaborata della poetica di Tibet si lancia con tutta la profondità della sua voce baritonale che scava vere e proprie ferite emotive al cuore e che diventa nel suo canto e controcanto un vero e proprio ulteriore strumento nelle mani di Cashmore. I suoi vibrati sovrapposti in multi-traccia enfatizzano una sorta di profondità spaziale che donano al disco una vera e propria anima che sa di vissuto ancorchè sognante e consapevolmente malinconico. Si tratta solo di ventidue minuti, ma sono intensi come un vero e proprio long playing, come si diceva un tempo. Sono ventidue minuti perchè la neve può rimanere così soffice e fredda ad avvolgerti anche solo per ventidue minuti. Bastano comunque per rinfrancarti dalla ruvida e calda routine della vita di tutti i giorni.

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