lunedì 15 dicembre 2008

I Miei Dischi dell'Anno: #6 Bonnie 'Prince' Billy - Lie Down In The Light

Appena l'ho ascoltato ho subito pensato si trattasse di un mezzo passo falso, rispetto alla qualità della sua smisurata discografia, ma poi pian piano è cresciuto, cresciuto, cresciuto..

#6
BONNIE 'PRINCE' BILLY - Lie Down In The Light


Audio CD (May 20, 2008)
Original Release Date: 2008
Number of Discs: 1
Label: Drag City
ASIN: B0018OCJ4C
GENRE: Country-folk; Songwriter.


1. Easy do it
2. The glory goes
3. So everyone
4. For every field there's a mole
5. Other's gain
6. You want that picture
7. Missing one
8. What's missing is
9. Where's the puzzle?
10. Lie down in the light
11. Willow trees bend
12. I'll be glad

(se ti piace anche Neil Young, Hank Williams, Leonard Cohen)

recensione da ONDAROCK:

Non c’è molto da aggiungere quando si parla della carriera irreprensibile di Will Oldham, aka Bonnie Prince Billy aka Palace Brothers, Palace Songs, Palace Music; una discografia che supera ormai agilmente i trenta titoli tra Ep e album nei quali con ogni suo alias il songwriter americano ha sempre offerto una pregevole rilettura appassionata, rispettosa e convincente di country e folk.
Solitamente dopo una carriera di questo tipo e con un ritmo di lavoro così alto difficilmente si danno alle stampe capolavori che possano competere con i propri migliori dischi ma questo “Lie Down In The Light” si distingue dagli altri per la capacità di Oldham nel prendere le basi di questi generi e usarle come creta, plasmandole e trasformandole in creazioni originali, iniettando a questi stili nuova linfa senza però snaturarne l’essenza.

Canzoni come “For Every Field There’s A Mole”, con clarinetto jazz, "Where’s The Puzzle”, country-rock che si dilania tra sonagli ed elettrificazioni, o i duetti di “So Everyone” e “You Want That Picture”, con un vago sapore che rimanda al folk californiano anni 60, sono dimostrazioni perfette del genio del principe Billy in questo senso.
Il pericolo di una eccessiva omogeneità che sovente si presenta in dischi di questo genere è pressoché inesistente; si svaria piacevolmente e agilmente tra country campagnoli in falsetto (“Easy Do It”), western di frontiera (“You Remind Me Of Something”) o delicatezze fatte di splendida semplicità (“Missing One”, la title track).
Ognuna con il proprio carattere, ognuna impeccabile, dai duetti con la voce femminile di Ashley Webber (meraviglioso quello finale di “I’ll Be Glad” tra organo e lap steel) alle scarne ed intime essenzialità da Songs:Ohia (“Willow Trees Bend”).

Un disco che può non avere forse la coesione formale di altre uscite discografiche di Bonnie "Prince" Billy, ma che ne esprime al meglio le straordinarie doti di compositore e interprete, unico nel difficile compito di ravvivare country e folk mantenendone intatto lo spirito.
Per chi sostiene che certi generi non hanno più niente da dire se non con alterazioni più o meno stravaganti, è sempre pronta la risposta del barbuto ragazzo del Kentucky, col cuore rivolto a Hank Williams e Gram Parsons ma il cervello vivace e frizzante del nuovo millennio.

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