Stamane Vic Chesnutt a manetta sull'iPod. Colui che ha disertato per il richiamo che veniva dalla stella polare (ed effettivamente la Constellation Records si trova a Montreal, decisamente un pò più a nord della Georgia) ed un disco che ho citato più volte nell'ultimo periodo, presumendo probabilmente che chiunque fosse passato da queste parti sapesse di che cosa stessi parlando.
Scriveva ondarock.it: "Le premesse derivanti dal numero e dalla qualità degli artisti che vi hanno partecipato sono pienamente rispettate in “North Star Deserter”, opera articolata e poliedrica, che non si limita alla mera sommatoria delle esperienze in essa raccolte, ma le coniuga in un unicum concettualmente coerente, seppur espresso nella prevalenza ora dell’approccio cantautorale “classico” di Chesnutt, ora di un’orchestralità sinistra e sovente distorta tipica degli A Silver Mt. Zion, ora infine dell’intensità drammatica di crescendo e spasmi elettrici apportata dai Godspeed You! Black Emperor. Così, questi universi artistici si incontrano e, senza collidere, si integrano in un album non ascrivibile all’uno né all’altro, ma dotato di una propria peculiare, tormentata identità, la cui forza espressiva fa rifulgere le doti dei suoi artefici, rivelando, traccia dopo traccia, dettaglio dopo dettaglio, un ibrido musicale denso di fascino e dai caratteri ormai sempre più consolidati."
Per rocklab.it invece "'North star Deserter' è un disco longevo, da imparare ad apprezzare in tutte le sue sfaccettature, un incontro folgorante e inatteso capace di dare sensazioni ed emozioni rare e preziose. Non solo perderselo sarebbe una follia, ma anche non dargli il giusto peso e il giusto spazio tra gli ascolti odierni sarebbe un errore imperdonabile."
Più o meno sullo stesso tono il nostro Joyello su Fard-Rock: "Questi mondi paralleli, che nella mente artistica di Chesnutt continuano a convivere, vengono perfezionati in un album mai imputabile all’uno o all’altro, bensì connotato da una singolare e caratteristica personalità riposta in ogni singola nota, in ogni rigo del pentagramma ed in ogni parola espressa nelle liriche. Ed è con queste semplici connotazioni che Vic Chesnutt, a metà strada tra Johnny Cash e i Sonic Youth, ha incontrato il nostro cuore e l’ha portato con se. Non opponiamo resistenza: sicuramente, nel magico universo delle sue canzoni, sarà in buone mani."
Sentireascoltare.com invece mutuava le parole dello stesso Chesnutt: "North Star Deserter è capolavoro di ruvida bellezza che lasciamo introdurre al diretto interessato: “E’ il mio disco più solido per qualità e complessità della scrittura. Lo vedo come compendio della mia vita artistica.” Stavolta ha ragione: la risolutezza a sperimentare che emergeva con fermezza nell’ultimo disco recita qui da protagonista assoluta, consegna ogni episodio a una bellezza matura e prossima all’immortalità. Non ne fa le spese la cifra autoriale: c’è il country e il post rock, i Sessanta inaciditi e i Novanta impolverati, la stasi momentanea e l’invettiva elettrica. C’è un equilibrio tra ieri e oggi, magico e che resterà.".
Last, ed in questo caso anche least, quel tipo sfigato che scrive su almostblueinreverse così commentava nel suo italiano arzigogolato: "E' un sentimento quasi di conforto che si sprigiona da questo disco. Il conforto polveroso di una vecchia soffitta. Fatto d'aria stantìa eppure dolce come i ricordi di un'intera vita. Fatto degli arcani cigolii derivanti da oggetti in disuso. Sinistri eppure al tempo stesso carichi di familiarità. Silenzi. Silenzi squarciati all'improvviso da esplosioni deflagranti che pure non scalfiscono la sensazione di dolorosa e silente intimità di un vero e proprio capolavoro".
Se qualcuno se lo fosse perso, non disperi, questa è la sua occasione (a 256 kbps):
P.S.: Ieri sera non mi ha funzionato lo stream recorder, per cui se qualcun'altro invece avesse registrato i PJ su Radio Due, me lo faccia cortesemente sapere! :)
Ed ora un pò di monografia chesnuttiana!
WikiBIO: Vic Chesnutt (Jacksonville Florida, 1 gennaio 1964) è un cantautore e chitarrista statunitense, residente ad Athens in Georgia. Dopo essere stato adottato, Vic è cresciuto a Zebulon, in Georgia dove iniziò a scrivere canzoni a cinque anni. Nel 1983 mentre guidava sotto effetto di alcool, perse il controllo della vettura finendo in un canale, uscendone con gli arti inferiori paralizzati e rimanendo quindi su una sedia a rotelle per il resto della sua vita. Dopo essersi parzialmente rimesso, lasciò Zebulon e si spostò ad Athens, città che sentiva essere più consono con le sue aspirazioni artistiche. Lì entro a far parte di un gruppo, i La Di Das, che si sciolse qualche anno dopo. Da quel momento iniziò ad esibirsi regolarmente presso il 40 Watt Club. Fu lì che incontrò Michael Stipe dei R.E.M.. Stipe produsse i suoi primi due dischi, Little (1990) e West of Rome (1991). Durante gli anni della gioventù e delle prime produzioni, Vic continua ad abusare di alcool, pur essendo stata la causa dell'incidente, e di droga: il suo terzo album, Drunk (1993), è stato registrato quasi interamente in condizioni di ubriachezza. Nello stesso periodo Vic ha fallito alcuni tentativi di suicidio. Il suo disco del 1998, The Salesman and Bernadette, è stato registrato con la band Lambchop. Il disco Merriment è stato invece una collaborazione con Kelly Keinepp e Nikki Keneipp, con Vic alla scrittura e alla voce e Kelly e Nikki che hanno suonato la musica. Il disco del 2005, Ghetto Bells, vede la partecipazione del chitarrista Bill Frisell, incontrato nel 2004 al festival tedesco RuhrTriennale. Nel 2007 è uscito North Star Deserter che vede la partecipazione di membri del gruppo A Silver Mt. Zion, di Guy Picciotto dei Fugazi e di membri dei Godspeed You! Black Emperor. Lo stile di scrittura di Vic pone le sue radici nella poesia e nelle forme di espressione poetica. È particolarmente preparato sulla poetessa inglese Stevie Smith ed ha registrato due sue poesie come canzoni compresa Not Waving But Drowning. Inoltre nella sua musica c'è un forte feeling sudista, così come nel suo accento e nelle tematiche delle sue canzoni. Il suo modo di trascinare le sillabe all'interno dei suoi pezzi è tipico del cantato jazz, infatti il cantante/trombettista Chet Baker è stato citato da Vic come una delle sue influenze vocali principali. I suoi testi sono principalmente autobiografici, ma spesso vengono riportate situazioni e personaggi completamente inventati, spesso disorientando pubblico e critica.
Discografia (rapidshare):
Nessun commento:
Posta un commento