In questo 2009 ci sono settimane di calma piatta musicale e settimane in cui è davvero difficile scegliere un disco come degno rappresentante. Questa settimana ad esempio, anche in considerazione del fatto che sono rimasto decisamente indietro con questa 'rubrica' ve ne pappate ben tre!
Martha Wainwright - Sans Fusil, Ni Souliers, A Paris
(V2 Uk/Zoom)
Per questo disco ringrazio l'amico Jotien che ora oltre a contribuire a bolachas.org ha anche il suo interessantissimo blog personale. Well, ho sempre pensato che fra i quattro cantautori della famiglia Wainwright/McGarrigle la più dotata fosse sempre stata proprio la più piccolina e finalmente dopo un paio di album così così mi sforna un disco con cui il nostro Amalteo si leccherà i baffi (che non ha!) :) Si tratta di un album di cover, un pò in studio e un pò live (cosa non proprio entusiasmante), ma eseguito, suonato e prodotto in modo ineccepibile (cose davvero tutte entusiasmanti). Martha ha scelto fra il repertorio della Piaf una serie di pezzi assolutamente non scontati, tutti di un'intensità emotiva fuori dal comune e con la bacchetta magica di Hal Willner (il suo classicismo nella produzione è davvero perfetto in operazioni come questa) oltre che con l'aiuto di un manipolo di musicisti sopraffini (tra cui spiccano i Johnsons Thomas Bartlett aka Doveman al piano e Doug Wieselmann ai fiati e alla chitarra elettrica) riesce a farci immergere fin da subito nelle atmosfere colorate di Pigalle e in quelle bohemien di Montmartre. E' evidente un certo rispetto per l'opera originale della Piaf eppure il tutto risulta avere anche un sapore musicale moderno grazie all'apporto del già citato Willner dove la vocalità della Martha sembra muoversi finalmente a suo agio (già nel tributo a Cohen, quando interpretò 'The Partisan' si capiva come fosse tagliata per un certo tipo di cose). Davvero una bella sorpresa che vi invito a provare! Voto: 8+
Vic Chesnutt - Skitter On Take-Off
(Vapor Records)
Probabilmente su questo disco le aspettative erano diverse, sia per la strada musicale intrapresa ultimamente da Chesnutt sia per la presenza di un altro grandissimo, cioè Jonathan Richman, in cabina di regia, rispetto a quello che poi è stato il risultato finale. Ma si tratta solo di una questione di aspettative sonore, perchè ad ogni modo l'album risulta essere l'ennesima perla da annoverare nella ormai quasi ventennale carriera discografica dell'uomo di Athens. C'è un ritorno alle origini in 'Skitter On Take-Off', un togliere, togliere, togliere fino a riportare le canzoni alla scarnificazione voce-chitarra acustica. Niente supergruppo Constellation, ma nemmeno i Bill Frisell e i Van Dyke Parks (di 'Ghetto Bells') o i Lambchop (di 'The Salesman And Bernadette') solo Vic e le sue poesie in musica. Operazione rischiosa per tutti, ma non per il più grande cantastorie vivente. E quando dico 'cantastorie' non intendo solo nel senso della scrittura, ma anche in quello del modo un pò obliquo di arpeggiare la chitarra e dell'intensità vocale che Chesnutt riesce sempre a sfodarare. La drammaticità di pezzi come 'Rips In The Fabric', le intime meditazioni di 'Dimples' e le taglienti visioni sulla scocietà moderna di 'Feast In The Time Of Plague' o 'Dick Cheney', pur così lontane dal mondo sonoro di 'At The Cut' (uscito solo un mese fa) rappresentano comunque e nuovamente esempi di quanto di meglio si possa ascoltare oggi su un disco. Voto: 8,5
Evening Hymns - Spirit Guides
(Out Of This Spark Records)
Per la scoperta di questo dischetto qui invece bisogna che ringrazi kole di oursociety e col suo blog dedicato al psych-folk. Si perchè si tratta davvero di una piacevole scoperta. Jonas Bonnetta, cantautore di stanza in Ontario e già piuttosto attivo negli ultimi anni si presenta con un nuovo moniker, che dice già molto della sua musica, e cioè Evening Hymns e con un album decisamente perfetto per questo clima autunnale. Anche la copertina del disco con quella montagna avvolta dalla nebbia, peraltro, dice molto delle tracce che esso stesso contiene: la ricerca melodica alla Grizzly Bear mitigata da un'attitudine da collettivo sonoro indie-canuck alla Arcade Fire e con un continuo retrogusto di autunnali maliconie alla Weinland o alla Wooden Sky. Ok, detto così mi rendo conto che non si capisca molto bene cosa intenda. Diciamo quindi, per semplificare, che si tratta di uno squisito disco pop, con screziature folkeggianti ed arrangiamenti decisamente ricchi, seppure sempre ai margini del lo-fi, con contributi di archi, fiati ed organo che sembrano provenire dai margini di una foresta sotto un'incessante pioggia battente. Se l'autunno è davvero arrivato, questo 'Spirit Guides' è la sua perfetta colonna sonora. Voto: 8
2 commenti:
Questi ultimi mi erano sfuggiti...interesting O_o
rimosso il file dell'album di martha wainwright... :(
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